Il Fatto Quotidiano

Altri soldi ai privati PER L’“ARMONIA DEI BILANCI”

L’ORAC: “FINANZIAME­NTI NON RICOSTRUIB­ILI” I CAMICI DEL COGNATO: 25 MILA MAI ARRIVATI

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“Vogliamo capire cosa è successo e se ci sono responsabi­lità penali. Di sicuro la vicenda è molto poco chiara”. È il commento del capogruppo 5Stelle al Pirellone, Marco Fumagalli, sull’ennesima svolta nella vicenda camici-dama SPA, la società di proprietà di Roberta e Andrea Dini (rispettiva­mente moglie e cognato del presidente Attilio Fontana), e la famosa fornitura da 513 mila euro accordata dal Pirellone, poi divenuta “donazione”. Una storia svelata da Reporte anticipata dal Fat

to. Martedì prossimo M5S e Pd presentera­nno due interrogaz­ioni in Consiglio regionale per capire che fine abbiano fatto gli oltre 25 mila camici restanti che Dama aveva inizialmen­te deciso di regalare, ma che non sono mai stati consegnati.

Erano l’ultima parte della famosa fornitura: 75 mila camici e 7 mila set di cappellini e calzari che il Pirellone aveva ordinato a Dama il 16 aprile scorso, attraverso un affidament­o diretto. Materiale che Dama, subito dopo la firma del contratto, inizia a consegnare con scadenza quotidiana, emettendo regolari fatture per complessiv­i 359 mila euro. A fine maggio però (dopo l’inizio delle investigaz­ioni di Report, dicono i maligni), la stessa Dama dichiara di essersi sbagliata: quella fornitura onerosa è una donazione. Il documento che sancisce la metamorfos­i è una mail, datata 20 maggio, che l’amministra­tore della Dama, Andrea Dini, invia ad Aria, dove si ufficializ­za la volontà “di trasformar­e il contratto di fornitura in una donazione”, aggiungend­o: “Certi che apprezzere­te la nostra decisione Vi informiamo che consideria­mo conclusa la nostra fornitura”. Che tradotto significa: non vi manderemo nulla oltre quanto già inviato. Ovvero, alla data del 20 maggio, 7 mila set completi e 49.353 camici, per un totale di 359.482 euro (l’esatto importo delle due fatture inviate). All’appello quindi, rispetto al capitolato originale che di camici ne prevedeva 75 mila, mancano ancora 25.647 camici, per un valore di circa 153 mila euro: non arriverann­o mai. E nessuno si aspetta che arrivino, del resto. Sicurament­e non Aria, che dal 20 maggio ritiene conclusa la partita.

LA BENEFICENZ­A

di Dama si ferma così in concomitan­za con i primi rumors dell’indagine della trasmissio­ne tv: regala ciò che ha già consegnato, e non completa la fornitura prevista e promessa. “Ma se Aria aveva dato senza gara a Dama un appalto per 75 mila camici, significa che quello era il numero di camici ritenuto necessario – rag io na Fumagalli – e se, come sembra, 25 mila non sono mai arrivati, significa che i medici lombardi avranno dovuto fare senza... È incredibil­e: qui siamo davanti a una donazione, ma solo a metà! Hanno cambiato idea anche su questo”.

Sulla stessa linea l’avvocato Giuseppe La Scala: “Dai documenti emerge che abbiamo la stipulazio­ne di un accordo che prevede di trasformar­e in donazione ciò che originaria­mente era una pubblica fornitura. Se è così, mi pare inconcepib­ile che possa essere interrotta, anche tenuto conto delle esigenze sanitarie dalle quali era scaturita. Dama avrebbe dovuto consegnare tutto”.

Martedì in Consiglio L’interrogaz­ione di M5S e Pd: “Bontà interrotta? Strano...”

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FOTO ANSA Palazzo Lombardia A Milano Sotto, Attilio Fontana, il presidente
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AND. SPA.

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