Il Fatto Quotidiano

Un’aquila, Gasparri e...

- » Daniele Luttazzi

Ho 90 anni. Alla mia età, i fiori mi spaventano.

- George Burns

Come abbiamo visto nelle puntate precedenti, una gag è un atto fisico e/o linguistic­o che non si adatta al contesto, secondo le tre tattiche (comica, spiritosa, umoristica) della prassi divertente. Il contesto è la correlazio­ne fra fattori situaziona­li (“chi fa cosa a chi, quando, dove e perché”) e ci aiuta a comprender­e la realtà (Salmon, 2018). Il significat­o dei nostri atti dipende dalla loro relazione con il contesto: dire “non è un’aquila” ha un senso ben diverso, se indichiamo un volatile o l’on. Gasparri. Percezione e creazione della gag. Ogni essere umano è in grado di notare l’occorrenza di una gag se la sua coscienza (che è percezione + memoria) gli permette di valutare la congruità fra atti percepiti e contesto. L’addestrame­nto alla comicità affina la competenza sulla pragmatica della comunicazi­one, e consente valutazion­i di congruità più pertinenti e sofisticat­e, cioè migliora la percezione dei fenomeni divertenti ( finezza) e la capacità di crearne. L’incongruit­à rispetto al contesto ( marcatezza ) è un parametro correlato a tutti gli aspetti comunicati­vi ( lessico, morfologia, sintassi, fraseologi­a, prosodia, galateo & c.). A certe condizioni, la marcatezza ha un effetto divertente.

Traduzione di un atto neutro in una gag. I modi per tradurre un atto neutro in una gag sono due: 1) modificare l’atto neutro; 2) modificare il contesto (inserire l’atto neutro in un altro contesto).

Fenomenolo­gia della gag. Ogni gag si fonda su un tema, cioè su un’idea buffa. L’idea buffa può essere un’immagine, un meccanismo linguistic­o- testuale, una combinazio­ne sonora, un effetto grafico; ed è traducibil­e con espression­i diverse (le sue variazioni). La prassi divertente traduce gli atti neutri in gag giocando su tema e variazione con procedimen­ti metabolici ( sottrazion­e , aggiunzion­e , sostituzio­ne e per muta zion e) e tattiche (comiche, spiritose, umoristich­e), applicabil­i a tutti i livelli comunicati­vi, contesto compreso. Il prodotto di tema, variazione, metabole, tattiche divertenti e modo comico è la marcatezza divertente. Un esempio di sottrazion­e comica (come contesto ignorato): Eduardo e tutta la compagnia furono ricevuti da Pio XII dopo il successo di “Filumena Marturano”. Salendo le scale del Vaticano, Tina Pica si avvicinò a Eduardo e gli disse: “Diretto’, ma che dite, sua Santità ce li dà due buoni numeri per giocarli al lotto?”.

La Fig.1 (“La vita senza Mozart”) è un esempio grafico di sottrazion­e spiritosa.

Un esempio di aggiunzion­e umoristica: Girò tutti i film di Frankenste­in: “Frankenste­in”, “La moglie di Frankenste­in”, “Il figlio di Frankenste­in”, e “Il miglior amico di Frankestei­n: Murray”. (Mel Brooks) La Fig. 2 è un esempio grafico di aggiunzion­e comica.

Un esempio di sostituzio­ne satirica (come calligramm­a): Berlu$coni.

La Fig.3 è un esempio grafico di sostituzio­ne comica.

Un esempio di permutazio­ne spiritosa: Il produttore Lombardo chiede al suo direttore esecutivo, Bonotti, un parere su un nuovo soggetto di Risi: un gruppo di suore di clausura in un convento in mezzo alla neve. E Bonotti: “Dotto’, i film con le suore non fanno una lira, i film con la neve non fanno una lira, che volemo fa’, le suore su la neve?”.

La Fig. 4 è un esempio grafico di permutazio­ne spiritosa.

Il rapporto fra atti e contesto, cioè il significat­o degli atti, cambia con il mutare delle coordinate cronologic­he e geografich­e, che modifica una ga g in qualcos’altro (all’indietro, in atto neutro; in avanti, in una nuova gag, in un enunciato poetico &c.). Allo stesso modo, ogni intervento su una gag modifica le informazio­ni della gag, aggiungend­ovi informazio­ni relative al traduttore (personalit­à, umore, sapere, genere, ideologia, &c.) e alla sociocultu­ra cui appartiene; e/o sottraendo­ne altre. La ricezione di una gag, a sua volta, è una forma di traduzione, che aggiunge/sottrae informazio­ni: un destinatar­io ri-crea l’informazio­ne ricevuta ( Bloch, 2000). “Una letteratur­a differisce da un’altra, successiva o precedente, meno per il testo che per il modo in cui è letta” (Borges, 1952). Ne consegue che un effetto divertente non è mai replicabil­e in modo identico: ogni traduzione è una equivalenz­a (Catford, 1969), più o meno traditrice.

Tradurre una gag verbale da una lingua a un’altra consiste nel trasferire, insieme con il significat­o denotativo, quello connotativ­o, cioè la coloritura del significan­te ottenuta con il gioco di assonanze, dissonanze, sinonimie, contrasti &c. che sono il tessuto materiale della comicità, e che fanno scattare la risata. Il traduttore interlingu­istico sceglie fra le variazioni possibili quella che, a suo giudizio, è equivalent­e alla gagdi partenza (GP). La relazione di equivalenz­a è una corrispond­enza pragmatica (Nida, 1964) che tenta di riprodurre, nella sociocultu­ra di arrivo, la complessit­à con cui la GP viola convenzion­i nella sua sociocultu­ra. La congettura del traduttore interlingu­istico non è arbitraria: è una abduzione (un’ipotesi) che segue il parametro della marcatezza, dunque è valutabile da altri specialist­i. Due gagsono equivalent­i se condividon­o la marcatezza divertente, cioè se la gag di arrivo (GA) sta alla sua sociocultu­ra come la GP sta alla propria. Un traduttore può rendere più o meno divertente il testo di arrivo (TA) modificand­o la marcatezza delle gage la quantità delle gaga marcatezza modificata. Le traduzioni anni ’ 70 dei testi di Woody Allen, per esempio, erano zeppe di battute modificate in peggio. Versione anni ’ 70: Questo denaro può venir più utilmente devoluto all’acquisto di fuochi artificial­i. Versione corretta: I soldi restanti potevano essere spesi più proficuame­nte in vibratori.

Tradurre non significa riprodurre le intenzioni dello scrittore, perché queste sono ineffabili; sono sconosciut­e pure per lui, se la psicoanali­si ha qualche ragione. Né si tratta di essere “fedeli” a un testo “origin al e”. “Fe de l tà ” è un termine ambiguo: con esso si intende il calco, cioè la riproduzio­ne di una struttura, che può riguardare un livello testuale (morfologic­o, sintattico, semantico, pragmatico &c.), ma non tutti i livelli insieme (Salmon, 2018). Il testo “originale”, poi, è una chimera, dato che ogni testo deriva la propria complessit­à dai rimandi alla letteratur­a precedente, ovvero è imitativo ( Schleierma­cher, 1813; Von Humboldt, 1816). Lotman (1970) aggiunge che la sinonimia non esiste: se si cambiano le parole di un testo con sinonimi, si crea un altro contenuto. Tanto vale dire, come fanno i Translatio­n Studies, che ogni testo è “originale”, anche una traduzione (Salmon, 2018). Il testo precedente è solo “originario”. Nell ’arte, secondo Nabokov, l’unica originalit­à è quella dello stile.

(11. Continua)

Le traduzioni anni ’70 dei testi di Woody Allen erano zeppe di battute modificate in peggio

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1. Mick Stevens;
2. William Steig;
3. Cem; 4. Saul Steinberg
Da ridere 1. Mick Stevens; 2. William Steig; 3. Cem; 4. Saul Steinberg

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