Un’aquila, Gasparri e...
Ho 90 anni. Alla mia età, i fiori mi spaventano.
- George Burns
Come abbiamo visto nelle puntate precedenti, una gag è un atto fisico e/o linguistico che non si adatta al contesto, secondo le tre tattiche (comica, spiritosa, umoristica) della prassi divertente. Il contesto è la correlazione fra fattori situazionali (“chi fa cosa a chi, quando, dove e perché”) e ci aiuta a comprendere la realtà (Salmon, 2018). Il significato dei nostri atti dipende dalla loro relazione con il contesto: dire “non è un’aquila” ha un senso ben diverso, se indichiamo un volatile o l’on. Gasparri. Percezione e creazione della gag. Ogni essere umano è in grado di notare l’occorrenza di una gag se la sua coscienza (che è percezione + memoria) gli permette di valutare la congruità fra atti percepiti e contesto. L’addestramento alla comicità affina la competenza sulla pragmatica della comunicazione, e consente valutazioni di congruità più pertinenti e sofisticate, cioè migliora la percezione dei fenomeni divertenti ( finezza) e la capacità di crearne. L’incongruità rispetto al contesto ( marcatezza ) è un parametro correlato a tutti gli aspetti comunicativi ( lessico, morfologia, sintassi, fraseologia, prosodia, galateo & c.). A certe condizioni, la marcatezza ha un effetto divertente.
Traduzione di un atto neutro in una gag. I modi per tradurre un atto neutro in una gag sono due: 1) modificare l’atto neutro; 2) modificare il contesto (inserire l’atto neutro in un altro contesto).
Fenomenologia della gag. Ogni gag si fonda su un tema, cioè su un’idea buffa. L’idea buffa può essere un’immagine, un meccanismo linguistico- testuale, una combinazione sonora, un effetto grafico; ed è traducibile con espressioni diverse (le sue variazioni). La prassi divertente traduce gli atti neutri in gag giocando su tema e variazione con procedimenti metabolici ( sottrazione , aggiunzione , sostituzione e per muta zion e) e tattiche (comiche, spiritose, umoristiche), applicabili a tutti i livelli comunicativi, contesto compreso. Il prodotto di tema, variazione, metabole, tattiche divertenti e modo comico è la marcatezza divertente. Un esempio di sottrazione comica (come contesto ignorato): Eduardo e tutta la compagnia furono ricevuti da Pio XII dopo il successo di “Filumena Marturano”. Salendo le scale del Vaticano, Tina Pica si avvicinò a Eduardo e gli disse: “Diretto’, ma che dite, sua Santità ce li dà due buoni numeri per giocarli al lotto?”.
La Fig.1 (“La vita senza Mozart”) è un esempio grafico di sottrazione spiritosa.
Un esempio di aggiunzione umoristica: Girò tutti i film di Frankenstein: “Frankenstein”, “La moglie di Frankenstein”, “Il figlio di Frankenstein”, e “Il miglior amico di Frankestein: Murray”. (Mel Brooks) La Fig. 2 è un esempio grafico di aggiunzione comica.
Un esempio di sostituzione satirica (come calligramma): Berlu$coni.
La Fig.3 è un esempio grafico di sostituzione comica.
Un esempio di permutazione spiritosa: Il produttore Lombardo chiede al suo direttore esecutivo, Bonotti, un parere su un nuovo soggetto di Risi: un gruppo di suore di clausura in un convento in mezzo alla neve. E Bonotti: “Dotto’, i film con le suore non fanno una lira, i film con la neve non fanno una lira, che volemo fa’, le suore su la neve?”.
La Fig. 4 è un esempio grafico di permutazione spiritosa.
Il rapporto fra atti e contesto, cioè il significato degli atti, cambia con il mutare delle coordinate cronologiche e geografiche, che modifica una ga g in qualcos’altro (all’indietro, in atto neutro; in avanti, in una nuova gag, in un enunciato poetico &c.). Allo stesso modo, ogni intervento su una gag modifica le informazioni della gag, aggiungendovi informazioni relative al traduttore (personalità, umore, sapere, genere, ideologia, &c.) e alla sociocultura cui appartiene; e/o sottraendone altre. La ricezione di una gag, a sua volta, è una forma di traduzione, che aggiunge/sottrae informazioni: un destinatario ri-crea l’informazione ricevuta ( Bloch, 2000). “Una letteratura differisce da un’altra, successiva o precedente, meno per il testo che per il modo in cui è letta” (Borges, 1952). Ne consegue che un effetto divertente non è mai replicabile in modo identico: ogni traduzione è una equivalenza (Catford, 1969), più o meno traditrice.
Tradurre una gag verbale da una lingua a un’altra consiste nel trasferire, insieme con il significato denotativo, quello connotativo, cioè la coloritura del significante ottenuta con il gioco di assonanze, dissonanze, sinonimie, contrasti &c. che sono il tessuto materiale della comicità, e che fanno scattare la risata. Il traduttore interlinguistico sceglie fra le variazioni possibili quella che, a suo giudizio, è equivalente alla gagdi partenza (GP). La relazione di equivalenza è una corrispondenza pragmatica (Nida, 1964) che tenta di riprodurre, nella sociocultura di arrivo, la complessità con cui la GP viola convenzioni nella sua sociocultura. La congettura del traduttore interlinguistico non è arbitraria: è una abduzione (un’ipotesi) che segue il parametro della marcatezza, dunque è valutabile da altri specialisti. Due gagsono equivalenti se condividono la marcatezza divertente, cioè se la gag di arrivo (GA) sta alla sua sociocultura come la GP sta alla propria. Un traduttore può rendere più o meno divertente il testo di arrivo (TA) modificando la marcatezza delle gage la quantità delle gaga marcatezza modificata. Le traduzioni anni ’ 70 dei testi di Woody Allen, per esempio, erano zeppe di battute modificate in peggio. Versione anni ’ 70: Questo denaro può venir più utilmente devoluto all’acquisto di fuochi artificiali. Versione corretta: I soldi restanti potevano essere spesi più proficuamente in vibratori.
Tradurre non significa riprodurre le intenzioni dello scrittore, perché queste sono ineffabili; sono sconosciute pure per lui, se la psicoanalisi ha qualche ragione. Né si tratta di essere “fedeli” a un testo “origin al e”. “Fe de l tà ” è un termine ambiguo: con esso si intende il calco, cioè la riproduzione di una struttura, che può riguardare un livello testuale (morfologico, sintattico, semantico, pragmatico &c.), ma non tutti i livelli insieme (Salmon, 2018). Il testo “originale”, poi, è una chimera, dato che ogni testo deriva la propria complessità dai rimandi alla letteratura precedente, ovvero è imitativo ( Schleiermacher, 1813; Von Humboldt, 1816). Lotman (1970) aggiunge che la sinonimia non esiste: se si cambiano le parole di un testo con sinonimi, si crea un altro contenuto. Tanto vale dire, come fanno i Translation Studies, che ogni testo è “originale”, anche una traduzione (Salmon, 2018). Il testo precedente è solo “originario”. Nell ’arte, secondo Nabokov, l’unica originalità è quella dello stile.
(11. Continua)
Le traduzioni anni ’70 dei testi di Woody Allen erano zeppe di battute modificate in peggio