I giornali e i vecchi amici: così è di nuovo risorto il Caimano
Non ce ne eravamo accorti, ma l’italia ha un nuovo eroe. Nuovo per modo di dire, visto che la carta d’identità dice 1936 e il nome suona familiare da un pezzo: Berlusconi Silvio, professione imprenditore, politico e molto altro. In questi giorni è infatti riuscito a riunire intorno a sé schiere di amici più o meno dichiarati, tutti in fila per difenderlo e togliere la polvere da quelle litanie un po’ antiche che il declino politico di Silvio avevano fatto dimenticare: complotto dei giudici, giustizia di sinistra, colpo di Stato.
Il caso è noto: Berlusconi – o chi per lui – ha tirato fuori una registrazione in cui Amedeo Franco, il magistrato relatore della sentenza di Cassazione che ha condannato B. per frode fiscale a quattro anni, parla di “porcheria” e “condanna a priori”. La notizia non è parsa vera – o meglio: è parsa fin troppo vera – a Il Riformista, Il Giornale e Libero, che hanno gridato (nell’ordine) alla sentenza “forse” pilotata, al golpe e alla “vigliacchieria”. Il quotidiano di Vittorio Feltri e Pietro Senaldi ha pure lanciato una petizione per rendere Berlusconi senatore a vita. Più sorprendente l’atteggiamento di Repubblica, che un tempo si faceva vanto delle battaglie contro il Cav: mercoledì il quotidiano ora degli Elkann non ha messo in prima pagina la notizia della registrazione né la sua analisi, ma il giorno dopo ha onorato il nemico di una volta con un’intervista a tutta pagina. Fa ancor meglio Il Foglio : ieri ha dedicato una pagina al grande ritorno di Silvio (“Altro che ritiro, il Cav è tornato”) e ne ha riempita un’altra (“La politica sconfitta”) con “gli ultimi interventi di Berlusconi quando era senatore” (da notare: “discorsi, non tweet”).
‘‘Una vicenda che coinvolge un ex premier non può essere ignorata’’
Matteo Renzi
AMPIO CONTRIBUTO al processo di beatificazione sta poi arrivando dalla politica. Tra i più ardimentosi si segnala Sestino Giacomoni (FI): “Se ci fosse l’elezione diretta del Capo dello Stato, Berlusconi sarebbe stato già eletto da tempo. Però non è mai troppo tardi”. Il senatore C laudio Fazzone preferisce una citazione renziana, seguita dalla mai appassita polemica anti-pm: “Il tempo è galantuomo. La sentenza pilotata è l’emblema dell’uso politico della giustizia”. Alla parata della riabilitazione partecipa anche Stefania
Craxi : “La vicenda di mio padre ormai non può aver riparo, ma per quella di Berlusconi mi auguro ci sia un gesto coraggioso da parte del presidente della Repubblica, che potrebbe nominarlo senatore a vita”. Parole a cui fa eco l’ex Psi Claudio Martelli: “Il plotone di esecuzione per Berlusconi? Lo conosciamo, è quello che ha preso la mira su di noi nel 1993, decidendo di far fuori una classe politica. Berlusconi è stato l’italiano più perseguitato della storia”.
Per difendere Silvio si scomoda pure l’ex presidente dell’anm Luca Palamara che, forse in vena di riferimenti autobiografici, chiede chiarezza su un caso di registrazioni ambientali e presunte trame di magistrati: “Sono accaduti dei fatti rispetto ai quali deve essere interesse di tutti chiarire e comprendere cosa è accaduto”.
Non manca poi il sostegno degli alleati. Matteo Salvini riesce nel non scontato compito di solidarizzare con B. facendo la vittima: “Dopo le intercettazioni di Palamara contro il sottoscritto, spunta un altro audio di un magistrato che ammette l’uso politico della giustizia. Solidarietà a Berlusconi per il processo farsa di cui è stato vittima”. E così Giorgia Meloni: “Un pezzo di magistratura fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini”. Una difesa di Silvio a cui volentieri partecipa Matteo Renzi: “Dobbiamo spogliarci delle casacche di parte. Mi colpisce che qualcuno cerchi di far finta di niente. Non sappiamo quello che è successo, ma una vicenda che coinvolge un ex premier non può essere ignorata”.
Il concetto è caro anche a Amedeo Laboccetta, ex deputato e ora presidente dell’associazione Polo Sud: “Ai tanti Don Abbondio e a chi ha memoria corta, ricordo che fu Napolitano il regista che avviò il colpo di Stato nei confronti di Berlusconi”. Per fortuna della destra, però, qualcosa si muove, come assicura Antonio Tajani: “Le istituzioni europee devono valutare se la magistratura abbia adempiuto al proprio compito in modo imparziale. Ho informato personalmente capi di Stato e di governo e li terrò aggiornati sugli sviluppi”. Si annuncia una saga avvincente.
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