Scuola: sfruttiamo le ore di compresenza
Lettera aperta al Ministro della Pubblica Istruzione, On. Lucia Azzolina: nel mondo della scuola, si rischia il K.O. tecnico da Covid-19 se non si cambia. Ora, i “giornaloni”, con inchieste e raccolte di centinaia di firme di personalità pubbliche, chiedono un riordino “intelligente” e “lungimirante” del luogo in cui avviene la trasmissione dei saperi alle nuove generazioni. Sono un docente di madrelingua, insegno conversazione in lingua straniera. Alle nostre lezioni, assiste un insegnante italiano, docente della stessa lingua straniera. Accade che questi colleghi durante la compresenza non facciano nulla, correggano i loro compiti, chattino, vadano alla macchinetta del caffè, in segreteria, o a qualche funerale (sì, mi è capitato questo!). Qualcuno deve averlo spiegato a Romano Prodi quando era premier, perché nel 2006, la compresenza nella mia materia scomparve e il “docente bis” veniva mandato a fare supplenza. Ricordo che questi prof. reagivano anche con rabbia. Ma perché pagare cattedre di 13 ore settimanali come se fossero cattedre intere di 18 ore? Gentile Ministro vogliamo superare la retorica del cambiamento e agire tempestivamente su questa anomalia delle compresenze inutili, grottesche e persino dannose? C’è una nuova risorsa economica a portata di mano, non trova?