Dall’aeroporto al No-langer: la “guerra fredda” della Svp
Bolzano, potere silenzioso Il partito sudtirolese e il regno di Ebner. Affari, cemento e giornali. “Nein” alla strada per il pacifista ecologista morto 25 anni fa
“Dall’aeroporto alla magistratura. La Süd Tiroler Vo l k s p a r t e i (Svp) alla conquista dell’alto Adige. Ma l’anac per fortuna ha bocciato la cessione ai privati dell’aeropor to”. Tuona Paul Köllensperger, consigliere provinciale di Bolzano (Team K). In questi giorni negli ambienti ovattati del potere altoatesino, da decenni dominato dal partito di lingua tedesca (Svp), si sta combattendo una battaglia campale. Uno scontro, però, di cui si parla poco in città. Forse, sottolinea Köllensperger, “perché quasi tutti i principali organi di stampa qui sono proprietà della Athesia della famiglia Ebner: il Dolomiten e il Zett in lingua tedesca, poi Alto
Adige , Adige e Trentino di lingua italiana, per non dire di società pubblicitarie, radio e siti”. Parliamo della famiglia di Michl Ebner già deputato e poi parlamentare europeo della Svp e oggi presidente della Camera di Commercio di Bolzano. Nonché per un anno membro (indicato dalla Lega) della Commissione dei Sei, organo chiave della politica altoatesina.
UN POTERE
quasi assoluto, quello della Svp, partito etnico, moderato, ma di fatto indifferente a coloriture ideologiche; dall’alleanza con il Pd di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi (eletta qui), è passata a una coalizione con la Lega. Ma ecco la tegola: l’anac – l’autorità Nazionale Anti Corruzione – ha bocciato la cessione dell’aeroporto dalla Provincia di Bolzano ai privati. Un’operazione targata Svp. Ma 576 cittadini hanno presentato ricorso all’anac e l’autorità ha prodotto una delibera: “Il soggetto giuridico che ha presentato istanza nel 1999 per la concessione totale (Abd, allora controllata dalla Provincia, ndr) è soggetto diverso dall ’aggiudicatario della gara”. In pratica, racconta l’avvocato Renate Holzeisen che è ricorsa anche al Tar, “l’affidamento della concessione era legato alla proprietà pubblica della società. Non si possono vendere ai privati la spa e insieme la concessione”. Josef Gostner, amministratore della nuova spa privata ribatte: “Tutto lecito, faremo ricorso”.
Ma la privatizzazione racchiude altri nodi. C’erano le polemiche sugli acquirenti: “Le quote sono divise tra società legate a Gostner, Hans Peter Haselsteiner e René Benko”, racconta l’opposizione. Gostner è un imprenditore nelle rinnovabili. Haselsteiner – austriaco, ma bolzanino d’adozione – è un colosso mondiale delle costruzioni, l’uomo della Strabag impegnata nella costruzione del tunnel del Brennero. Ma soprattutto c’è Benko, miliardario austriaco quarantenne che con il via libera degli enti locali ha avviato a Bolzano operazioni immobiliari per un miliardo. “Società legate a Gostner e Haselteiner ”, sostiene Köllensperger, “Sono finanziatrici ( legalmente) della Svp”. Soprattutto c’è la questione del prezzo di vendita ai privati, sollevata dal Team K e da Riccardo Dello Sbarba (Verdi): “La società ceduta vantava la proprietà di immobili e un patrimonio netto di 36,5 milioni. Oltre a disponibilità liquide di 5,6 milioni. Eppure è stata ceduta per 3,8 milioni”. Ora cosa succederà? Se non avesse più la concessione, potrebbe far funzionare lo scalo?
QUELLO DAVANTI
all’anac non era l’unico ricorso tentato da chi si oppone all’operazione. Altri ne sono stati avviati al Tar e alla Corte dei Conti. E qui si inserisce l’altro corno della polemica: “Nei giorni scorsi – ricordaholzeisen – è stata presentata una norma che prevede la nomina politica di metà dei giudici della Corte dei Conti. Mentre già i giudici del Tar, caso unico in Italia, in Alto Adige sono di nomina politica.
Chi governa, in particolare la Svp, avrebbe tutto in mano”.
La Svp è potente. Tanto da mettere finora il veto anche sull’intitolazione di una strada alla memoria di Alexander Langer. Sì, il verde scomodo, il pacifista, uno dei figli più nobili dell’alto Adige, che morì suicida proprio il 3 luglio 1995. Langer, soprattutto che criticò le “gabbie etniche” in cui viveva la sua terra. Eppure venticinque anni dopo la sua scomparsa ancora si attende: “Strade nuove non ce ne sono e cambiare nome a quelle esistenti è complicato”, taglia corto la consigliera comunale Sylvia Hofer (Svp).