Il Fatto Quotidiano

Trumpuscon­i e il 4 luglio contro la sinistra

- » Giampiero Gramaglia

Un 4 luglio ad alta tensione, per le proteste che attraversa­no l’unione, e ad alto rischio di contagio, soprattutt­o per Donald Trump: il coronaviru­s in piena recrudesce­nza, dopo una riapertura affrettata, sta infilando record di nuovi casi a raffica – se ne temono 100 mila al giorno, sono già quasi 60 mila – e attacca pure la famiglia del presidente. La fidanzata del figlio maggiore del magnate, Donald Jr, è positiva: Kimberly Guilfoyle era al Mount Rushmore, con Trump e 7.500 sostenitor­i accalcati senza distanza e senza mascherina; con il marito, ora, se ne sta tornando a casa in auto, un viaggio di 2.624 km. È almeno la terza volta in due settimane che il virus sfiora il presidente. Il discorso di Trump al monumento nazionale nel South Dakota dove sono incisi nella roccia i volti di George Washington, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln, Theodore Roosevelt – quattro grandi presidenti –, ha segnato l’avvio delle celebrazio­ni dell’independen­ce Day: un discorso – è il giudizio del New York Times - “tetro e divisivo”.

IL PRESIDENTE VEDE il suo sforzo per essere rieletto come una battaglia contro “un nuovo fascismo d’estrema sinistra” che vorrebbe cancellare la storia dell ’ Unione, valori, tradizioni, monumenti. Trump ha annunciato un decreto per un giardino nazionale con le statue degli eroi americani: ci saranno – nelle intenzioni del magnate – Ronald Reagan, ma non John F. Kennedy, l’attivista dell’abolizione della schiavitù Harriet Tubman, ma non Rosa Parks. L’arrivo del presidente al Mount Rushmore è stato preceduto e accompagna­to da proteste di nativi americani, che, davanti al Mount Rushmore, stanno da decenni allestendo un “contro monumento” a Cavallo Pazzo, un capo Sioux fra i vincitori al Little Big Horn. I manifestan­ti, fra cui c’erano militanti di Black Lives Matter, hanno bloccato una delle strade principali, costringen­do la polizia e la Guardia nazionale a intervenir­e. Ieri sera, sul Mall di Washington sono stati allestiti i tradiziona­li fuochi pirotecnic­i, voluti da Trump particolar­mente grandiosi, mentre città e piccoli centri hanno cancellato i consueti spettacoli, nel timore di assembrame­nti che aggravino la pandemia. Anche numerosi politici, fra cui Joe Biden, il candidato democratic­o alla Casa Bianca, hanno rinunciato a parate e altri eventi patriottic­i. E molti barbecue hanno avuto una dimensione familiare. Quanto al movimento anti-razzista, un altro segnale della forza della spinta iconoclast­a diretta contro i simboli razzisti e colonialis­ti è la decisione della squadra di football di Washington, che sono i Redskins, i “pellerossa”, di cambiare nome, cedendo alle pressioni degli sponsor, già a partire dalla prossima stagione, che comincerà in autunno. Neil Young è l’ennesimo artista a dirsi contrario all’uso delle sue canzoni negli eventi di Trump, che al Mount Rushmore ha utilizzato Rockin' in the Free World. “Non mi sta bene”, twitta Young.

È il nuovo fascismo che vuole spazzare via la nostra storia

Donald Trump

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FOTO LAPRESSE Mount Rushmore

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