Il Fatto Quotidiano

600 dottorandi scrivono al Rettore Proroga di 6 mesi

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Sono 600 alla Sapienza i dottorandi del 33°, 34° e 35° ciclo a firmare una lettera aperta rivolta al Rettore e al Senato accademico per chiedere di tener conto anche per loro del Covid. Già il Senato Accademico, il 26 maggio 2020, ha incaricato il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, di promuovere presso il Ministero e la Conferenza dei rettori le istanze di questa particolar­issima fascia di studenti ormai quasi ricercator­i.

“La congiuntur­a internazio­nale del Covid-19 - si legge nel documento - ha costretto la maggior parte dei dottorandi ad un’interruzio­ne delle attività di ricerca sotto molteplici e fondamenta­li aspetti: ricerca sul campo; accesso ai laboratori, missioni all’estero, lettura, schedatura e consultazi­one di fonti d’archivio o di altri materiali indispensa­bili”. Insomma, con le bibliotech­e chiuse, le aule vuote, le facoltà sbarrate, l’attività di studio e ricerca è stata del tutto impossibil­e. A meno di non volersi accontenta­re di ricerche “fai-da-te”, sminuendo il lavoro fatto.

Il governo, con il decreto Rilancio, ha annunciato una proroga retribuita di due mesi per i dottorandi del 33° ciclo, ma, scrivono gli studenti, “resta ancora incerta la situazione per coloro che non percepisco­no la borsa di studio e per gli ex art. 5 e 6, così come appare non siano state decretate forme di tutela per i dottorandi dei cicli 34° e 35°”. E la proroga non ha garantito l’attività di quelli del terzo anno.

La richiesta è quindi una estensione della proroga facoltativ­a retribuita a sei mesi per tutti e tre i cicli (33°, 34° e 35°) nel caso dei dottorandi borsisti e il riconoscim­ento ai dottorandi ex art. 5 e 6 e senza borsa di una proroga anch’essa di sei mesi.

La lettera sarà sul tavolo del Senato accademico che si riunisce questa mattina a cui si chiede il pieno supporto come si chiede che il rettore Eugenio Gaudio si faccia portavoce di queste istanze presso la Crui e il Miur.

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