Il Fatto Quotidiano

Il Diavolo veste Melania (o così dice l’assistente)

- » Alessia Grossi

Della Andy del film con Meryl Streep nei panni di Miranda Priestly, Il diavolo veste Prada,Steph ani eWinstonWo­lkoff (l’ex assistente della First Ladyusa, Melania Trump, in uscita con il libro rivelazion­e Melania and me) non ha molto, se non il dato principale, quello di aver lavorato con il vero diavolo, Anne Wintour.

Della Andy del film con Meryl Streep nei panni di Miranda Priestly, Il diavolo

veste Prada, Stephanie Winston Wolkoff non ha molto, se non il dato principale, quello di aver lavorato con il vero diavolo, Anne Wintour, la storica direttrice di

Vogue che ha ispirato il film del 2006. Ma l’ex assistente della First Lady degli Stati Uniti, Melania Trump, che ora la minaccia con il libro rivelazion­e Melania

and me in arrivo il 1° settembre – giusto in tempo per lo sprint finale per Usa 2020 – aveva già allora (nel 2001) tempra sufficient­e per essere definita dalla temibile Anne, il “generale Winston”.

Figlia di un venditore di polli e di una madre ben introdotta nella New York che conta, all’abbandono di suo padre, si fa adottare dall’altrettant­o noto patrigno, e ne prende il cognome, dalla nota casa di gioiellier­i, più spendibile e altisonant­e del suo Batinkoff. Stephanie incarna l’evoluzione classica e quasi da film dell’arrampicat­rice sociale a cui coniu

RIVELAZION­I “MELANIA AND ME” RACCONTA “IL CAOS DELLA CASA BIANCA”

ga saper stare e profession­alità. Fondatrice di ben due società di comunicazi­one, madre di tre figli, “magra, alta, elegante al punto da inorgoglir­e anche la sua ex direttrice, ambiziosa ma sempre dolce e amabile con tutti. Non si può odiarla, la si può solo amare”, dice di lei una delle sue più care amiche, Stephanie fa il salto fuori dalla mischia quando incontra la moglie del magnate in occasione della pianificaz­ione della 58esima inaugurazi­one presidenzi­ale. Il fatto, oltre all’ala est della Casa Bianca come consulente personale di Melania, le vale l’accusa di aver preso parte al dirottamen­to dei fondi per il comitato inaugurale di cui i procurator­i accusano il presidente Trump.

Lei, tanto intima della coppia che la First Lady le fa gli auguri di compleanno su Twitter, nel 2018 viene fatta fuori. “Non sono stata licenziata”, sostiene, “mi hanno lanciato sotto un autobus”. Stephanie è delusa, ma non demorde, si dà al nuovo settore che conta: le cause dei bambini e delle donne. Sa come farsi amare, reintrodur­si. Appena il tempo di rifarsi una verginità – il suo profilo compare nelle biografie di unwo

menfor peace. org – cavalca la nuova onda che vuole i Trump fuori dalla Casa Bianca. Si invertono le parti. “I miei anni come confidente, consiglier­a e amica della First Lady” è il sottotitol­o della sua vendetta. “Un ritratto rivelatore ed esplosivo dell’amicizia quindicina­le con Melania Trump e osservazio­ni sulla Casa Bianca più caotica della storia”, da sinossi. E anche da manuale.

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