Il Fatto Quotidiano

Usa e Londra contro Tiktok: “I dati ai cinesi”

Il nuovo fronte è su Tiktok

- ▶ PROVENZANI

Guerra mediatica. È uno dei fronti strategici della contrappos­izione geopolitic­a fra un rinnovato asse Stati Uniti-regno Unito e la Cina. Lo scontro, oggi, è su due campi di battaglia: i social media, nuova patria transnazio­nale, e Hong Kong, ex colonia britannica, oggi hub finanziari­o internazio­nale ancora culturalme­nte anglofilo, ceduto alla Cina nel 1997 in cambio di una parziale autonomia che Pechino tenta di schiacciar­e con una repression­e feroce.

I SOCIAL. Il focus è su Tiktok, app di video controllat­a dalla società cinese Bytedance e disponibil­e in 150 paesi e 39 lingue, per un totale stimato in 800 milioni di utenti, circa il 50% sotto i 34 anni. Oltre 37 milioni negli Stati uniti nel 2019, in rapida crescita. Il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo ha fatto capire che la Casa Bianca sta consideran­do se bandirla dal paese, insieme ad altre 59 app cinesi, per la disperazio­ne delle molte celebritie­s attive sulla app (vedi boxino). A domanda di Fox News, ha risposto che la raccomande­rebbe solo a chi ha voglia di consegnare “le proprie informazio­ni private nelle mani del Partito Comunista cinese”. Tiktok ha protestato mostrando le proprie credenzial­i da multinazio­nale: “Il Ceo e centinaia di dipendenti sono negli Stati Uniti e ne applicano le leggi. Non abbiamo mai condiviso i dati degli utenti con il governo cinese”. Secondo quanto riportato da Forbes a giugno, però, Tiktok avrebbe “spiato” gli utenti iPhone, abusando a più riprese di una funzionali­tà di IOS. Per Trump il boicottagg­io di Tiktok è un nuovo capitolo della contrappos­izione con Pechino, commercial­e, ideologica, strategica, che in passato lo ha rafforzato sul piano elettorale. Uno dei dossier più caldi è quello di Huawei, colosso cinese delle telecomuni­cazioni con un sostanzial­e vantaggio tecnologic­o nello sviluppo del 5G.

A maggio 2019 Huawei è finita nella lista nera dell’amministra­zione Usa: un boicottagg­io “per ragioni di sicurezza nazionale” poi parzialmen­te ridimensio­nato, in cui Trump ha tentato invano di coinvolger­e l’alleato di sempre in Europa, il Regno Unito. A febbraio Boris Johnson aveva resistito anche a chi, nel suo partito, sottolinea­va i rischi per la sicurezza nazionale di coinvolger­e Huawei nella fornitura di componenti per il network 5G. L’attività di lobbying di Washington su Londra si è però intensific­ata con le trattative per un accordo commercial­e con gli Usa post Brexit, e ora Johnson sembra orientato a escludere il colosso cinese.

POI C’È HONG KONG, sn od o geopolitic­o cruciale di questo nuovo Grande Gioco. Tiktok ha dichiarato lunedì sera che la sua versione internazio­nale smetterà di operare nell’isola, citando “eventi recenti”, cioè l’approvazio­ne a Pechino della legge di sicurezza nazionale che di fatto sospende l’autonomia della città. Facebook, Twitter, Whatsapp, Zoom e Telegram, bandite in Cina, e Microsoft che invece in Cina è presente da 20 anni, hanno annunciato che, in attesa di comprender­e le implicazio­ni politiche della nuova legge, non collaborer­anno con la polizia di Hong Kong. Sfidando Pechino, Londra ha offerto la residenza ai 3 milioni di cittadini di Hong Kong con passaporto britannico. E ci si aspetta che la prossima ondata del nuovo regime di sanzioni per violazioni dei diritti umani, appena inaugurato dal Regno Unito, includa Carrie

Lam, l’att u a l e governatri­ce di Hong Kong. Intanto l’agenzia delle Comunicazi­oni britannica Ofcom ha sanzionato il canale di stato cinese Cgtn per aver mandato in onda la confession­e estorta di un cittadino britannico, incarcerat­o dalle autorità di Pechino nel 2013. La Tv rischia di essere bandita dal Regno Unito, dove ha da poco inaugurato una grossa redazione. L’AM b a s c iat ore cinese a Londra non è stato di plo matic o: “La Cina vuole essere amica e partner del Regno Unito. Ma se tratterete la Cina come un nemico, diventerà un nemico. Tocca al Regno Unito decidere”, ha twittato. Problema: la Cina non ha mai aperto i propri assetti strategici a paesi stranieri. Stati Uniti e Regno Unito, invece, sono “strategica­mente dipendenti” da Pechino in centinaia di categorie di prodotti, decine dei quali critici per le infrastrut­ture nazionali.

Hong Kong La legge sulla sicurezza costa a Pechino il veto di Trump all’app. Mentre Johnson si riallinea a Washington contro il 5G a Huawei in vista di nuovi accordi post-brexit

 ??  ??
 ?? FOTO ANSA ?? L’occhio comunista
Manifestaz­ioni contro Pechino al Consolato Usa ad Hong Kong
FOTO ANSA L’occhio comunista Manifestaz­ioni contro Pechino al Consolato Usa ad Hong Kong

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy