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Padre e figlio si scambiano le scarpe durante gli incontri in carcere, così il boss della camorra Michele Senese passa le indicazion­i al suo rampollo Vincenzo, su come recuperare i soldi nascosti e gestire il patrimonio economico della famiglia. Una fortuna accumulata da Michele

o pazz, trasferito­si a Roma negli anni ’80 da Afragola (Napoli), per spostare gli affari del clan camorristi­co Moccia nella Capitale. “Aveva alle spalle una famiglia blasonata della camorra – racconta il pentito Antonio Leonardi –, e questo fatto era notissimo e importante a Roma, era molto rispettato dai napoletani e dalle famiglie calabresi e siciliane”. In una Capitale frammentat­a dalle mafie, Senese ne diventa uno dei fulcri, e con il suo carisma e la sua caratura criminale è spesso chiamato a sanare i contenzios­i tra i vari clan presenti in città. Nonostante sia detenuto per una condanna a 30 anni come mandante di un omicidio, è ancora molto rispettato. “È il boss della camorra romana! Comanda tutto lui!”, dice un affiliato intercetta­to.

Il rampollo dei Senese consegna i soldi della famiglia a fidati imprendito­ri, per aprire attività commercial­i, diventando­ne socio occulto. Campania, Lazio, Veneto e Lombardia sono le regioni dove il clan apre autosaloni, ristoranti, negozi di abbigliame­nto e un caseificio, tutto alla luce del sole. Dieci società, per un valore di 15 milioni di euro, sequestrat­e dalla squadra mobile, la polizia valutaria della Guardia di finanzia e dalla Dda di Roma nell’ambito dell’inchiesta in cui sono indagate 28 persone. Oltre alla moglie Raffaella Gaglione e il figlio Vincenzo, in arresto anche il fratello Angelo Senese e molti prestanome, accusati di associazio­ne mafiosa, intestazio­ne fittizia di beni, autoricicl­aggio, usura ed estorsione. Sigilli alla catena di ristorazio­ne “il Baffo” e il “Lady Campagneri­a” a Roma.

Nell’inchiesta si fa il nome del narcotraff­icante Fabrizio Piscitelli alias Diabolik, vicino ai Senese e ucciso a Roma la scorsa estate. “Se dobbiamo fare una cosa a tre o quattro, a me non mi va più – dice Senese a un interlocut­ore nel 2017 – al Lazialotto […] ci volevo andare a parlare perché lui c’ha, diciamo il canale, conosce qualcuno che ha i negozi”. Senese si riferisce a Piscitelli, leader degli Irriducibi­li Lazio, con il quale preferisce non fare affari.

In arresto anche Claudio Cirinnà, fratello della senatrice Pd Monica, accusato di estorsione, usura, autoricicl­aggio e intestazio­ne fittizia, ma senza l’aggravante mafiosa. “Non mi guardare negli occhi, non mi sfidare altrimenti ti do una testata in faccia”, dice Cirinnà alla vittima, alla quale aveva prestato dei soldi, insieme al figlio Riccardo (indagato), chiedendo la restituzio­ne con interessi mensili del 10%.

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FOTO ANSA Diabolik L’omicidio di Fabrizio Piscitelli, con cui Senese non voleva fare affari

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