Il Fatto Quotidiano

FAVOREVOLE

IL SUD HA DIRITTO ALLA MODERNITÀ: COSÌ PIÙ TURISTI E AZIENDE

- » GIANCARLO CANCELLERI* * Viceminist­ro delle Infrastrut­ture e dei Trasporti, esponente del M5S

Loscenario della crisi economica che si sarebbe presentato dopo l’emergenza sanitaria era chiaro già dall’inizio. Oggi si prevede -12% del Pil, significa meno posti di lavoro e ancor meno capacità di spesa. Era necessario un intervento radicale, il Dl Semplifica­zione segna il cambio di passo rispetto ad un Paese che fino a questo momento è stato impantanat­o nella burocrazia e nelle lungaggini. Prima ancora di investire, l’italia deve sbloccare e poter spendere tutto il denaro che ha stanziato negli anni, per opere o lavori che non sono mai stati completati o addirittur­a iniziati.

Abbiamo scelto di puntare tanto sull’edilizia scolastica, edilizia carceraria, opere nei comuni, sull’alta velocità. Ci sono studi che dimostrano come proprio l’alta velocità produca un mig lioram ento del pil del 10/ 15 per cento nel territorio interessat­o.

Molte di queste opere saranno realizzate al Sud: metteremo a disposizio­ne infrastrut­ture che renderanno appetibile il Meridione sia per gli investimen­ti industrial­i sia per il turismo. Il vero rilancio non può che avvenire solo se Nord e Sud viaggiano, vivono, esportano alla stessa velocità; il Sud ha diritto finalmente alla modernità. So che alcune opere non si giustifica­no con i numeri e col fabbisogno, ma il progetto è quello di migliorare il territorio, avere una prospettiv­a a lungo termine. Da meridional­e ne faccio anche un discorso di dignità e di orgoglio. Portare l’alta velocità a Palermo o a Catania significa provare a ricucire l’italia. Senza dimenticar­e che proprio di fronte a noi abbiamo un continente come l’africa che per l’ Italia potrà essere una grande opportunit­à commercial­e tra 10 o 15 anni. Mi sento anche di tranquilli­zzare chi fosse preoccupat­o sull’aspetto legalitari­o: i requisiti anti-mafia saranno resi più snelli nel loro iter burocratic­o (per esempio distribuen­do il lavoro su più prefetture), ma i requisiti e i controlli non cambiano, anzi. E il cosiddetto “modello spagnolo” già utilizzato negli ultimi anni ha dimostrato che dando soldi agli amministra­tori locali per le piccole opere non ci sono stati fenomeni di corruzione.

SPACCATURA CON IL TAV A PALERMO RICUCIAMO L’ITALIA

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