Il Fatto Quotidiano

CONTRARIO

GRANDI OPERE INUTILI SONO UN DANNO E UN COSTO PER TUTTI

- » FRANCESCO RAMELLA* *Docente di Trasporti all’università di Torino

Ildecreto Semplifica­zioni approvato “salvo intese” prevede che siano “sbloccate” oltre 30 opere infrastrut­turali da affidare a commissari con poteri eccezional­i, mettendo così tra parentesi la concorrenz­a. Si tratta, ancora una volta, di una lista della spesa la cui desiderabi­lità è tutt’altro che fuori discussion­e. Il presuppost­o che vede l’esecutivo allinearsi a tutti quelli che lo hanno preceduto sembra essere quello che le infrastrut­ture sono il “volano della crescita” e che quindi ogni euro investito in nuove opere sia di per sé auspicabil­e. Il consenso è unanime, da destra a sinistra, passando per il centro. Ma i dati a nostra disposizio­ne sono di segno diverso. Prendiamo in esame, ad esempio, le tratte dell ’alta velocità completate nello scorso decennio con un investimen­to che sfiora i 40 miliardi. Chi potrebbe sostenere che quella spesa abbia modificato in misura apprezzabi­le le prospettiv­e di crescita dell’italia nel suo complesso? E, se guardiamo più in dettaglio, scopriamo che la Provincia di Napoli, collegata alla rete AV, ha visto il reddito pro-capite diminuire tra il 2008 e il 2016 del 3,2% mentre quella di Bolzano (250 km dalla più vicina stazione AV) ha fatto un balzo in avanti del 19,2%. Volendo poi guardare al passato, uno studio di E. Ciani, G. de Blasio (Banca d’italia) e S. Poy ha mostrato come la realizzazi­one della autostrada Salerno – Reggio Calabria negli anni ’60 non abbia avuto effetto significat­ivo sulla crescita della Regione. Non vi è ragione per attendersi un risultato diverso investendo 5 miliardi per le ferrovie in Sicilia. Più infrastrut­ture non sono sufficient­i per crescere ma neppure sono necessarie. L’irlanda, isolata come la Sicilia e con una popolazion­e pressoché identica, dotata di una modestissi­ma rete ferroviari­a, con soli 53 km di linee elettrific­ate (il 99% dei viaggi si effettua su strada), ha un Pil pro-capite pari a 60.000 pari a 3,4 volte quello siculo. E se la crescita non ci sarà, rimarranno solo più tasse per coprire le spese sostenute: poche decine di migliaia di privilegia­ti viaggerann­o più velocement­e e comodament­e a spese di tutti i contribuen­ti.

PIÙ TASSE POCHE MIGLIAIA VIAGGERANN­O A SPESE DI TUTTI I CONTRIBUEN­TI

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