Il Fatto Quotidiano

Marzullo, niente pensione: fa pure le ferie su Raiuno

- » Gianluca Roselli

“È notte alta e sono sveglio, sei sempre tu il mio chiodo fisso”. Ancora di Eduardo De Crescenzo poteva tornare a essere solo una canzone. E invece almeno per un altro anno sarà ancora anche sigla di S ot tov oc e, il programma “che chiude il palinsesto della prima rete della Rai, quando un giorno finisce e un nuovo giorno sta per cominciare…”, come dice tutte le sere che Dio manda in terra Gigi Marzullo,

“Ènotte alta e sono sveglio, sei sempre tu il mio chiodo fisso”. La splendida Ancora di Eduardo De Crescenzo (Sanremo 1981) poteva tornare a essere solo una canzone. E invece almeno per un altro anno sarà ancora anche sigla di Sottovoce, il programma “che chiude il palinsesto della prima rete della Rai, quando un giorno finisce e un nuovo giorno sta per cominciare…”, come dice tutte le sere che Dio manda in terra Gigi Marzullo, il popolare giornalist­a che conduce questo spazio dal 1994. Eppure il mitico Gigi, che da tempo ama sfoggiare camicioni del pigiama a righe sotto il blazer blu, a fine giugno sarebbe dovuto andare in pensione, avendo compiuto 67 anni. Qualcuno in Rai la vedeva come una liberazion­e. “Finalmente si potrà fare qualcosa di diverso nella notte culturale di Raiuno”, le voci di corridoio. Poveri illusi. Marzullo invece resterà, almeno per un’altra stagione. Il suo nome e le sue trasmissio­ni ( Sottovoce, Applausi, Cinematogr­afo , Mille e un libro) sono presenti nei palinsesti autunnali almeno fino a dicembre, ma solo nel weekend. Perché? Il fatto è che Marzullo ha più di 500 giorni di ferie arretrate, qualcosa come 10 anni di ferie non godute. Possibilis­simo, nel magico mondo di mamma Rai, dove i giornalist­i accumulano ferie come se non ci fosse un domani: c’è pure chi arriva a superare gli 800, senza che le “risorse umane” battano ciglio. “A Saxa Rubra se non hai almeno 200 giorni di ferie arretrate non sei nessuno…”, si ama dire laggiù.

In pratica Gigione nostro poteva far cadere il microfono 10 anni fa e non fare più nulla fino al giorno della pensione, cioè adesso. Lui, invece, vuol continuare a lavorare. “Dice che così allontana la morte…”, racconta una fonte. Così, con Stefano Coletta (direttore di Raiuno) ha raggiunto un accordo per un’altra stagione a titolo gratuito. Marzullo lavorerà percependo solo la pensione. Difficile poi andare oltre, altrimenti potrebbe aver da ridire Carlo Freccero, tornato nel 2018 a dirigere Raidue da pensionato, ma solo per un anno, come prevedono le norme aziendali.

Tutto normale? Non proprio, il caso Marzullo è stato oggetto di una lettera in cui i consiglier­i Riccardo Laganà e Rita Borioni chiedono spiegazion­i. Sottolinea­ndo come “le ferie non godute per legge non possono essere trasformat­e in retribuzio­ne, né tanto meno si possono avanzare richieste di prosecuzio­ne del rapporto di lavoro al solo fine di smaltirle”. Insomma, un bel po’ di caos per il cronista avellinese che la leggenda vuole sbarcato in Rai grazie ai buoni uffici, negli Ottanta, di Ciriaco Demita. “Si faccia una domanda e si dia una risposta…”. “Fatto”, rispose una notte, quando le toccò, Sabina Guzzanti.

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