Il Fatto Quotidiano

L’ultima crepa a 5 Stelle “Qui ci sfotte pure Toti”

- L.D.C @lucadecaro­lis

La profondità della ferita la avverti nella voce di chi è lì, nella città dove brucerà più forte. “Ora servono davvero segnali concreti” scandisce Luca Pirondini, capogruppo del M5S a Genova. Se il Movimento dovesse ammainare anche quello stendardo, la revoca della concession­e ai Benetton, tanti 5Stelle non potrebbero più riconoscer­si nello specchio già offuscato dalle abiure su totem come Tav, Ilva etap. E chissà come finirà sul Mes, se il no al fondo salva stati stingerà.

NELL’ATTESA PIRONDINI

deve fare profession­e di fede: “Sono sicuro che il Movimento abbia fatto e stia facendo il massimo per la revoca della concession­e”. Intanto però quel ponte è tornato ad Autostrade, almeno per adesso, e nella Liguria che a settembre va al voto potrebbe essere il colpo ferale alla coalizione che non è neanche nata, a quell’agglomerat­o tra centrosini­stra e M5S che litiga da settimane su un eventuale candidato (le voci di dentro adesso danno come favorito Aristide Massardo, ex preside di Ingegneria nell’università di Genova). Per questo di buon mattino il governator­e di centrodest­ra Giovanni Toti infierisce: “Dopo due anni di minacce, immobilism­o e proclami il ponte di Genova verrà riconsegna­to proprio ad Autostrade, come ha ordinato il governo M5S-PD”. E fuori taccuino un grillino di peso lo ammette: “Siamo riusciti a farci prendere in giro da Toti”.

Così due deputati liguri della vecchia guardia, Simone Valente e Sergio Battelli, provano a tamponare: “Conte ha dichiarato che il dossier autostrade è ancora aperto e che il governo sta cercando una soluzione attraverso un confronto con Aspi per definire le condizioni che porteranno alla revoca”. È un tentativo di linea: il ponte è tornato ad Aspi, vero, ma ciò che conta è l’obiettivo finale. Però non può bastare per tenere buona la base, con il blog delle Stelle trabocca di rabbia nei commenti ai post, che pure parlano di tutt’altro. “Perché fare promesse che non si possono mantenere?” accusa tale Giorgio. Lo chiedono, con toni e spesso insulti differenti, in tanti.

Ma esplode anche il corpaccion­e dei parlamenta­ri. “Se cediamo sulla revoca non potremo tornare a casa, questa volta ci rincorrono” scrivono nelle chat e negli sms. E la paura diffusa è che “su questa storia il go

LIGURIA AL VOTO TRA DUE MESI: ADESSO SI BALLA

verno può davvero cadere”. Tanto che il capo politico reggente Vito Crimi, tanto che twitta sillabe che sembrano quasi un mantra per salvarsi l’anima: “Il ponte di Genova non deve essere riconsegna­to nelle mani dei Benetton, non possiamo permetterl­o. Su questo il M5S non può arretrare di un millimetro”.

IN SERATA

, la sentenza della Consulta fa riacquista­re un po‘ di colore ai 5Stelle. “Non era illegittim­o estromette­re i Benetton dalla ricostruzi­one del Ponte di Genova, il nostro decreto andava bene” celebralui­gi Di Maio. E tutto il M5S invoca la revoca, chiede “gius tizia”, rivendica: “Non ci siamo piegati”. Ma la grana vera, la concession­e, è ancora lì. E in serata monta la rabbia verso Conte, accusato di aver aspettato troppo, di aver cercato una mediazione impossibil­e con il Pd. La conferma di una distanza tra certi big e l’avvocato: il (presunto) avversario partorito dai 5Stelle che ora temono il baratro.

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L’ex capo politico del M5S Luigi Di Maio
FOTO ANSA Attivisti delusi L’ex capo politico del M5S Luigi Di Maio

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