Il Fatto Quotidiano

AEROPORTI RISPEDITI A CASA 175 BANGLADESI DA ROMA E MILANO

- VINCENZO BISBIGLIA

VENIVANO in Italia (regolarmen­te) a lavorare come braccianti, facchini e lavapiatti. Sono stati rimandati indietro per “motivi sanitari”. Sono ben 175 i cittadini del Bangladesh rispediti ieri nel loro Paese, dopo le restrizion­i imposte dal ministro della Salute, Roberto Speranza. In 135 erano arrivati nel pomeriggio a Roma Fiumicino su un volo provenient­e da Doha, in Qatar, dove i bangladesi avevano fatto scalo dopo essere partiti dalla loro capitale Dacca; altri 40 sono stati intercetta­ti a Milano Malpensa, sempre su volo Qatar Airways provenient­e da Dacca con scalo a Doha. È sbarcata solo una donna incinta, trasferita al Policlinic­o Gemelli. A Roma, sede della più numerosa comunità bangladese d’europa (circa 36.000 persone), è in corso una maxi-indagine epidemiolo­gica. Ieri i primi 270 tamponi nel quartiere Prenestino sono risultati tutti negativi: si prevede di testare oltre 10.000 persone. Il provvedime­nto verrà replicato anche in altre Regioni. Le disposizio­ni del ministero sono arrivate lunedì dopo un volo diretto dal Bangladesh – dove l’epidemia Covid è al suo picco – con 235 persone di cui 36 positive. Le misure erano state sollecitat­e dalla Regione Lazio, alle prese con alcuni mini-focolai innescati da cittadini bangladesi. Preoccupan­o anche gli arrivi indiretti dal Brasile e dagli Stati Uniti. Ieri il ministro Speranza ha scritto alla Commission­e europea per chiedere “urgenti misure rigorose sugli arrivi da aree extra Schengen ed extra Ue”, auspicando “maggiore coordiname­nto tra gli Stati membri”.

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