IL VACCINO POTREBBE NON BASTARE
SARSCOV2 a mio parere, sparirà prima che ne riveli l’intero volto e, forse, prima che si trovi un vaccino. Ce lo auguriamo tutti, ma c’è ancora molto da scoprire. È stato pubblicato un articolo interessante su
Nature , “Sei mesi di Coronavirus: i misteri che gli scienziati debbono ancora risolvere” che evidenzia i quesiti ancora irrisolti. Perché le persone rispondono in modo così diverso? Alcune persone non sviluppano mai sintomi, altre, apparentemente sane, hanno una polmonite grave o addirittura fatale. “Le differenze nei risultati clinici sono drammatiche", afferma il genetista Kári Stefánsson il cui team è alla ricerca di varianti geniche umane che ne potrebbero spiegare alcune. Un primo risultato è stato raggiunto, evidenziando la differenza determinata dal gruppo sanguigno, ma c’è ben altro da scoprire. Qual è la natura dell'immunità e quanto dura? Nonostante gli screening sierologici non lo sappiamo. Alcuni dopo l’infezione producono anticorpi capaci di bloccare il virus che poi calano nel tempo, ma non in maniera omogenea. I ricercatori non sanno ancora quale livello di anticorpi neutralizzanti sia necessario per combattere la reinfezione. Poco si sa sul significato di alcune mutazioni del virus. Un dilemma è se mai un vaccino dei 200 in sperimentazione funzionerà. Gli esperimenti ultimati hanno dimostrato di essere capaci di bloccare il virus (nell’animalee nell’uomo) a livello polmonare, ma non in altri siti. Le scimmie che hanno ricevuto un vaccino sviluppato dall'università di Oxford, e che sono state poi esposte al virus avevano livelli di materiale genetico virale nei loro nasi paragonabili agli animali non vaccinati. Risultati come questo aumentano la possibilità di un vaccino ma non la diffusione del virus. I dati sull'uomo suggeriscono che i vaccini in sperimentazione inducano potenti anticorpi neutralizzanti dell'infezione delle cellule. Non è ancora chiaro se i livelli di questi anticorpi siano sufficienti da bloccare nuove infezioni. Il fatto che non riusciamo a spiegarci è, come mai, a sperimentazione non conclusa, alcuni Paesi, fra i quali Italia, UK e USA, abbiano scelto e prenotato grandi quantità di dosi.