Il Fatto Quotidiano

“Noi mai con B., questa linea non si potrà varcare”

- Luca De Carolis

Nessuna esitazione: “Qualsiasi manovra per portare Silvio Berlusconi nella maggioranz­a è inaccettab­ile, visto che il suo è un partito fondato da un condannato per concorso esterno in associazio­ne mafiosa”. L’eurodeputa­to siciliano del M5S Ignazio Corrao scandisce l’aggettivo “mafiosa” in un certo modo.

Romano Prodi ha detto che l’ingresso di Forza Italia in maggioranz­a “non è più un tabù” e per il capogruppo dem in Senato Andrea Marcucci “Berlusconi mostra senso istituzion­ale”. Perché tutti questi elogi dal Pd?

Per la logica dei numeri in Parlamento, immagino. Tanti dem hanno nostalgia del Patto del Nazareno. Non mi vengono in mente altre ragioni.

È certo che nei 5Stelle non ci sia qualcuno tentato da FI? Tira una strana aria attorno al premier Conte.

Se qualcuno del Movimento ha la tentazione di far entrare Berlusconi in maggioranz­a vuol dire che non è mai stato per davvero un 5Stelle. Spero che non ci sia nessuno tra noi che abbia questo genere di idee. Berlusconi rappresent­a la linea rossa che non si può varcare. Alessandro Di Battista andò ad Arcore a leggere la sentenza per Marcello Dell’utri, in cui si parlava di “rilevanti somme di denaro date da Berlusconi a Cosa nostra” in cambio di protezione.

Si corteggia B. anche per cannoneggi­are Conte.

Far cadere il presidente del Consiglio sarebbe un grave errore. Ha dimostrato di saper ricoprire quel ruolo meglio di chiunque altro, reggendo il Paese durante la pandemia.

Pd e FI sono favorevoli al Mes, e voi no. Ciò potrebbe facilitare accordi, anche perché il governo rischia di cadere sul fondo salva-stati, no?

Conte ha dimostrato una notevole intelligen­za, e ha sempre espresso una posizione critica sul Mes. Non credo che rischierà la tenuta della maggioranz­a facendo votare il Parlamento sul fondo salva stati: troverà prima una soluzione al tavolo europeo che permetta di evitarlo.

Anche nel M5S crescono i dubbi sul no almes, non crede?.

Noi 5Stelle siamo cresciuti come consenso ai tempi del governo Monti e dell’austerità benedetta dall’europa. Certe misure tipiche di quella visione vanno smantellat­e. E se per il Mes non si può fare, quanto meno non bisogna farvi ricorso: ha solo controindi­cazioni.

La distanza con i dem si dilata. Eppure vi chiedono alleanze anche nelle Regioni, auspicate pure dal premier.

Il punto è che non si possono fare alleanze come le vuole il Pd, con vecchie logiche e vecchi nomi. Servono piattaform­e di programma, e contenitor­i civici in cui possano confluire il M5S e quella parte del Pd che voglia portare avanti temi come l’ambiente. E c’è bisogno di nomi nuovi, perché in politica è necessaria la discontinu­ità. La forza del Movimento è stata proprio la diversità.

Non sembrate più così diversi, voi 5Stelle.

Dobbiamo essere bravi, rinnovando­ci e mantenendo uno spirito propositiv­o.

REGIONALI “LE ALLEANZE SI FANNO SOLO CON NOMI E TEMI NUOVI”

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