E Gallera confessò “NIENTE ZONA ROSSA”
Sul “Corriere” l’assessore accusa ancora il governo, ma le sue parole a Radio Popolare il 2 marzo lo smentiscono
L’AUDIO A RADIOPOP ORA DICE CHE IL 4 MARZO TENTÒ DI CONVINCERE SPERANZA A CHIUDERE LA VAL SERIANA. MA IL 2 DICEVA: “ZONA ROSSA? NO, ISOLIAMO I POSITIVI”
Regione Lombardia era consapevole che ad Alzano Lombardo si stava profilando un gigantesco problema di sanità pubblica già il 2 marzo 2020, ma non è intervenuta, preferendo aspettare e consigliando palliativi.
Ad ammetterlo quel giorno è lo stesso assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ai microfoni di Radiopopolare di Milano. “Ad Alzano – dice Gallera al giornalista Massimo Alberti che lo incalza su un possibile secondo focolaio – c’è una situazione sicuramente complicata, c’è un numero di casi importante, la strategia che abbiamo deciso di adottare, più che quella di fare un’altra zona rossa, è quella di collocare in isolamento tutti i contatti diretti e i positivi asintomatici e di supportare il loro isolamento, fare in modo che non escano di casa. Anche in questo modo si evita la diffusione del contagio”.
Un’intervista andata in onda due giorni prima dell’incontro del 4 marzo tra i vertici del Pirellone e il ministro della Salute, Roberto Speranza, il cui audio è stato rivelato dal Cor
riere della Sera e quindi acquisito dalla procura di Bergamo che indaga sul perché la provincia di Bergamo sia diventata – percentualmente – il territorio più colpito al mondo dal Covid19.
LA DICHIARAZIONE
del 2 marzo spiega la titubanza con la quale Gallera e lo stesso presidente Attilio Fontana, accennano solo di sfuggita alla possibilità di istituire una zona rossa ad Alzano durante l’incontro col ministro.
Un passaggio che rivela anche la situazione nella quale si dibattevano in quei giorni i vertici del Pirellone, schiacciati tra l’urgenza di far fronte a un nuovo focolaio e le pressioni di Confindustria per non fermare le fabbriche. Del resto, il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, lo dirà chiaro: “Eravamo contrari a fare una zona rossa come a Codogno. Non si poteva fermare la produzione”. Lo stesso Bonometti che sosterrà come l’esplosione dei contagi nella Bergamasca e nel Bresciano sia stata dovuta alla massiccia presenza di allevamenti bovini.
L’audio testimonia come la giunta Fontana non avesse alcuna intenzione di chiudere tutto. È sotto questa luce che vanno rilette le parole di Gallera durante quel meeting: “Alzano e Nembro... voi volevate fare... Secondo me, l’idea della zona rossa lì, al di là che dia il messaggio che magari non è perfettamente lì, però là c’abbiamo il secondo focolaio... e là non c’è la percezione perché chi abita lì... questi continuano a uscire, vanno in giro”.
TUTTO,
tranne una decisa presa di posizione. Del resto, se Gallera avesse voluto fare pressioni sul governo per avere un blocco totale, avrebbe potuto dirlo chiaramente. Invece no. Tergiversa, e, ieri, intervistato dal Corriere – un ritorno alla ribalta, dopo il freezer nel quale era stato confinato nelle ultime settimane dai guru della comunicazione inviati da Matteo Salvini – sul perché non abbiano chiuso tutto dopo il 4 marzo, chiede sarcasticamente: “Cosa dovevamo fare? Urlare o mettergli le mani addosso?”. Forse sarebbe bastato raccontare con molta più chiarezza quali fossero le condizioni di Alzano e Nembro. Anche perché le raccomandazioni del comitato tecnico scientifico per chiuderenembro, Alzano e Orzinuovi, datate 3 e 5 marzo, erano chiare a tutti.
Gallera, oggi, si dichiara stupito che Speranza non abbia chiuso tutto dopo quell’incontro. Ma, se Regione Lombardia era tanto conscia della gravità della situazione, perché non ha agito autonomamente?
La risposta per i giorni successivi è stata che il Pirellone non aveva i poteri per stabilire una zona rossa tanto vasta. Una giustificazione che reggerà fino al 7 aprile, quando l’assessore sarà costretto ad ammettere di aver sbagliato: “Avremmo potuto farla noi (la zona rossa, ndr)? Ho approfondito e effettivamente c’è una legge che lo consente”, dirà in una conferenza stampa che già allora appariva surreale. Figuriamoci oggi...
Ad Alzano e Nembro solo isolamento dei contatti diretti e dei positivi asintomatici
Giulio Gallera