Luttazzi Trucchi
Sempre più persone si allontanano dalla Chiesa per tornare a Dio. - Lenny Bruce
Per creare e comprendere la comicità è fondamentale paragonare il contesto dato e quello simile che abbiamo in memoria. Questo sistema predittivo, dovuto all’attività cognitiva superiore, individua anomalie nell’input sensoriale per un miglior riconoscimento percettivo. Hickok (2014) la chiama “selezione predittiva”. Trova finalmente una soluzione l’annoso enigma che Dario Fo (1987) esprimeva in questi termini: “A molti sarà capitato di assistere alla rappresentazione di un’opera recitata in una lingua sconosciuta, e di meravigliarsi del fatto che il discorso alle volte apparisse abbastanza comprensibile e anzi, in certi momenti, assolutamente chia
ro”. Fo attribuiva la comprensione delle parole sconosciute al concorso di gesti, ritmi, toni da parte degli attori; e dell’enciclopedia personale da parte dello spettatore. Aggiungeva, però, che “questo non basta a spiegare il fenomeno. Ci si rende conto dell’esistenza di qualcosa di sotterraneo, di magico, che spinge il nostro cervello a intuire, anche, ciò che non è completamente e chiaramente espresso”. La magia è dovuta alla selezione predittiva.
IL PENSIERO
è l’attività mentale che opera sulle immagini degli oggetti e sulle relazioni fra esse. Gli schemi mentali, infatti, sono solo due: quello della cosa e quello della relazione a un’altra cosa. È possibile tradurre in immagine la cosa, ma non la relazione, che è solo nel pensiero, in quanto risultato di raffronto, confronto, separazione, somma &c.: questo rende possibile l’esistenza della filosofia (Melandri, 1989) e della comicità.
FLAGRANZA, ASTANZA.
Quando la realtà dell’oggetto colpisce la percezione, si ha “flagranz a”; quando la parola rende l’oggetto come presente alla coscienza, si ha “astanza” (Brandi, 1957).
METABOLE E ASTANZA.
Le figure retoriche (“metabole”) sono la via regia per l’astanza. Le metabole attivano pattern neurali che non sono quelli attesi, e la coscienza ha un sussulto nell’ integrarli: l’urto stacca la coscienza dall’uso abitudinario del codice comunicativo, e il risultato è, per lei, fresco ed emozionante come la percezione di un oggetto nuovo. Esistono modi intermedi. Il paragone, per esempio, riduce l’urto figurale descrivendo, invece di rendere presente: evita il salto logico. Si crea astanza anche con la parola nuda, se arriva con una certa sorpresa (effetto della posizione e/o del ritmo); oppure con parole che riempiono a poco a poco l’immaginazione in modo totale, come durante la lettura dei romanzi: un fenomeno che Macedonio Fernandez (1967), redarguendone con spirito il lettore, definiva allucinazione. Una gag verbale è tanto più riuscita quanto maggiore è la sua astanza.
“Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto” (Kafka, 1915).
“Un mattino, un uomo si sveglia e scopre di essersi trasformato nei propri plantari” (Woody Allen, 1975).
LOGICA E ANALOGIA.
La comicità, come ogni pratica umana, è guidata da principî razionali sia logici che analogici. L’analogia è un particolare processo di pensiero che instaura un paragone indiretto fra A e B, indicando l’uguaglianza fra i rapporti in cui è coinvolto A e quelli in cui è coinvolto B. L’analogia non spiega, ma descrive attraverso il riferimento a cose note. Per farlo, trasforma le opposizioni binarie della logica, instaurate dai principî di identità ( A è A) e di non-contraddizione (A non è non-a), in opposizioni bipolari, creando un campo dove A e non-a coesistono. Questo campo è il tertium
datur (analogico) di ogni opposizione logica (per esempio, quella fra il puro e l’impuro, che fonda gli integralismi religiosi contro cui da millenni polemizza la satira con le sue operazioni analogiche). L’equilibrio razionale di logica e analogia è una dialettica (Melandri, 1968).
FUNZIONI DELL’ANALOGIA.
Le funzioni sono usi regolari, soggetti a norme. Quelle dell’analogia sono tre, tutte indispensabili per la prassi divertente:
- funzione euristica: l’analogia usata per idee, scoperte, invenzioni (statisticamente sono più frequenti gli errori e gli abbagli, così si tende a svalutare questo uso dell’analogia);
- funzione sintetica : l’analogia usata per agire (la prassi richiede una scelta, e in questa scelta realizziamo l’unità del nostro sapere; il sapere è diviso in categorie: per passare da una categoria all’altra, usiamo l’analogia);
- funzione e vo c a t i va : il momento emotivo dell’esperienza, che a ogni inizio è colma di promesse (ne fa parte anche la curiosità che muove alla conoscenza).
Gli usi irregolari dell’analogia, invece, sono infiniti, e tanto più inaspettati quanto creativi. La comicità e l’arte ce ne danno un catalogo costantemente aggiornato.
LA BISOCIAZIONE.
La funzione euristica dell’analogia, il suo essere esplorazione creativa, si manifesta nei tre fenomeni psichici del joke, della poesia e della scoperta scientifica ( Koestler, 1964). Il loro tratto comune consiste nel portare alla luce somiglianze nascoste, e genera un ethos euforico (la meraviglia). Koestler, attraverso il concetto di “bisociazione” (la scoperta di una connessione fra idee prima separate), trova la parentela fra il buffone, il poeta e lo scienziato. Le differenze sono funzionali: il buffone vuole far ridere, il poeta portare all’estasi, lo scienziato arrivare alla comprensione.
IL COMICO DEL DISCORSO.
Ogni cultura si manifesta nelle sue pratiche sociali, regolate da leggi e norme, che possono essere parodiate per evocare il caos arcaico e predisporre l’uditorio alla risata. Anche gli elementi e le norme del discorso comunicativo (a ogni piano, livello, unità) possono essere tradotti da neutri a non pertinenti. Fonema, enunciato, argomento retorico, regole linguistiche, norme conversazionali, galateo, trama, narrazione: ogni traduzione non pertinente farà ridere se unita al modo comico, quello della vittima espiatoria. Le trasformazioni comiche possibili degli elementi e delle regole del discorso sono innumerevoli, e la tentazione di elencarle e raccoglierle tutte pare irresistibile: frequenti, nei secoli, gli atlanti anatomici di freak verbali, come quello fondato sulla tassonomia dell’argomentazione di Perelman & Olbrechts-tyteca (1958), che sono interessanti come gabinetti di curiosità, da cui trarre ispirazione e formule. Tali cataloghi sono preziosi se organizzati in base a criteri generativi, per esempio quelli che hanno permesso al Gruppo di Liegi (1970) di scoprire due tropi mai realizzati in letteratura (quindi vuoti di esempi). Conoscere a fondo le leggi nascoste della comunicazione aumenta l’arsenale di cui un comico può disporre per i suoi atti di sabotaggio dell’immaginario. Le esploreremo nelle prossime puntate.
Warren Settler “Non pago. Mi aveva detto che era vergine”. La foto di Luttazzi è di Ottavio Celestino