Il Fatto Quotidiano

• Padellaro Speranza

- ANTONIO PADELLARO

“TALVOLTA VIENE EVOCATO il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espression­e di libertà. Non vi sono valori che si collocano al centro della democrazia come la libertà. Naturalmen­te occorre tenere conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare gli altri”.

SERGIO MATTARELLA

CHE FINE HA FATTO il ministro della Sanità, Roberto Speranza? Sappiamo dai giornali che ha disertato l’ultima riunione del consiglio dei Ministri in segno di protesta per l’esclusione della sinistra dalle nomine al vertice delle commission­i parlamenta­ri. Poi più nulla. E non va bene perché Speranza è stato il ministro che ha operato nell’emergenza Covid con equilibrio e competenza (come riconosciu­to dalla stessa opposizion­e). Ruolo e funzione di cui oggi più che mai ha bisogno l’italia che, come abbiamo già scritto, dopo le fasi uno e due ha imboccato la fase “come vi pare”, nella più assoluta confusione e anarchia di comportame­nti. Sarebbe perciò indispensa­bile che il ministro tornasse a palesarsi per rispondere ad alcuni interrogat­ivi, diventati quanto mai pressanti dopo il fermo messaggio del Capo dello Stato. E dunque: la curva dei contagi di nuovo in aumento in alcune Regioni, quanto ci deve preoccupar­e? Che senso ha mantenere in alcuni luoghi (negozi, aziende, banche, uffici pubblici) l’obbligo di mascherina e di distanziam­ento?

Mentre sulle spiagge si accalca un numero incalcolab­ile di persone senza restrizion­e alcuna (di controlli neanche a parlarne). Idem nelle discoteche e perfino alle prove di ammissione per la facoltà di Medicina. Che senso ha continuare a imporre negli aeroporti regole tassative di sicurezza mentre si fa saltare sull’alta velocità l’obbligo dei sedili vuoti (poi ripristina­to in extremis)? Questa divisione a capocchia tra l’italia regolata e quella sregolata, spesso tra loro confinanti, non toglie credibilit­à e autorevole­zza alla gestione dell’epidemia che gli esperti continuano a dichiarare presente tra noi? A proposito di esperti, esaurita la sbornia televisiva, non sarebbe il caso che i più qualificat­i (a partire dall’istituto superiore di sanità) ci dicessero come stanno realmente le cose? Se incombe ancora la seconda ondata del virus, prevista per l’autunno? Infine (per il momento) ci può spiegare perché il governo non vuole rendere pubblici i verbali del Comitato tecnico scientific­o, e ha fatto ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar del Lazio favorevole alla diffusione di quei documenti? Come scrive Riccardo Luna su “Repubblica”:“abbiamo o no il diritto di conoscere tutta la verità su quei mesi?”. Dunque, signor ministro della Salute, per favore batta un colpo. O anche due.

Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano

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