Il Fatto Quotidiano

4 anni di Consip: Lotti a processo, papà Renzi forse

4 anni dopoagosto 2016: iniziano le intercetta­zioni dell’inchiesta sulla centrale acquisti. Ad oggi l’ex ministro è a processo, il padre dell’ex premier non ancora archiviato

- » Marco Lillo

Il 3 agosto del 2016, esattament­e quattro anni fa, le microspie dei Carabinier­i del Nucleo Tutela Ambiente, Noe, intercetta­vano per la prima volta Carlo Russo che parlava di Tiziano Renzi con Alfredo Romeo negli uffici romani dell'imprendito­re, vicino alla Camera. I pm napoletani Henry John Woodcock e Celeste Carrano si imbattono per puro caso in questo 33enne di Scandicci molto amico di Tiziano che si offre di aiutare Romeo nelle gare. Romeo si era aggiudicat­o provvisori­amente 3 lotti della gara più grande d’europa: 2,7 miliardi in tutto per la pulizia e manutenzio­ne dei palazzi pubblici italiani. Temeva di essere fatto fuori in graduatori­a definitiva e di perdere così 609 milioni di euro. Inoltre era interessat­o a altre gare di Inps e Grandi Stazioni. Così inizia quattro anni fa il caso Consip. Gli incontri proseguono. Le microspie registrano le chiacchier­e in libertà di Russo e Romeo.

SECONDO LE INFORMATIV­E dei Carabinier­i, Romeo un mese dopo offre a Russo nell'incontro del 14 settembre 2016 un informale “accordo quadro” che prevedeva dazioni (mai avvenute) di 30 mila euro al mese per “T.”(alias Tiziano Renzi) e 5 mila a bimestre per “Cr”(carlo Russo per i pm). Romeo in cambio voleva entrare in contatto con Luca Lotti e con l’amministra­tore delegato di Consip, Luigi Marroni.

Tiziano Renzi si è sempre dichiarato all’oscuro di tutto. L’indagine è funestata subito dalle fughe di notizie a favore degli indagati. Il 21, 22 e 23 dicembre Il Fatto svela le indagini sulle fughe suddette in una serie di articoli: il ministro Luca Lotti e il generale dei Carabinier­i Emanuele Saltalamac­chia (ex comandante della Toscana) sono indagati perché avrebbero spifferato l’esistenza dell’indagine a Luigi Marroni e il comandante generale dei Carabinier­i, Tullio del Sette, è indagato per un “allarme” dato a Luigi Ferrara, presidente della Consip. L’inchiesta poi nel 2017 passa per competenza alla Procura di Roma e cambia obiettivi e passo.

Quattro anni dopo cosa resta dell’inchiesta Consip? Al tagliando, la Procura di Roma non fa una bella figura. Vediamo la sorte dei protagonis­ti della vicenda.

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