Il dittatore Conte fa meno decreti e fiducie di prima
Rispetto ai primi due anni della passata legislatura, cala l’iniziativa del governo nonostante l’emergenza del Covid
“Dittatura, dittatura !”. Ma anche :“Siamo in mano a un governo liberticida” sbraitava pochi giorni fa la leader di Fratelli d’italia, Giorgia Meloni, nel suo accorato discorso alla Camera contro la decisione del governo Conte di prorogare lo stato di emergenza al 15 ottobre. Da settimane le opposizioni (e diversi giuristi, anche progressisti) accusano l’ esecutivo di usar el’ emergenza Covid per esautorare e “svuotare” il Parlamento e dare i “pieni poteri” (copyright Il
Giornale, Il Tempo e Il Riformista) all’esecutivo. Ma dal Rapporto 2019-2020 sulla legislazione prodotto dal servizio studi della Camera dei Deputati, emerge tutt’altra realtà: nei primi due anni della XVIII legislatura – quindi durante i governi Conte I (maggioranza Lega-m5s) e Conte II (M5S-PD) – sono diminuiti i decreti legge emanati dall’esecutivo rispetto allo stesso periodo della XVII legislatura, ovvero il governo Letta e il primo anno dell’esecutivo di Matteo Renzi. Insieme ai decreti legislativi, i decreti legge sono le norme in cui il potere esecutivo si sostituisce al Parlamento e riguardano, o dovrebbero riguardare, i casi di “necessità e di urgenza”: i decreti legge entra subito in vigore una volta approvati dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in attesa della conversione del Parlamento (entro 60 giorni).
Rispetto ai primi due anni di legislatura, i governi Conte I e Conte II hanno emanato
48 decreti legge sui 279 atti normativi, contro i 56di Letta e Renzi sui 244 totali ( dal 22
al 17%). Non solo, il rapporto pubblicato il 27 luglio segnala come, nel confronto tra il biennio 2013-2015 e 2018-2020, sia diminuito il numero di questioni di fiducia poste dal governo in almeno un ramo del Parlamento: le compagini gialloverde e giallorosa l’hanno posta per
19 delle 107 leggi ( 17, 8 % ), contro le 26 su 114 di Enrico Letta e Matteo Renzi ( 22,8%).
SICURAMENTE PESA
il fatto che negli ultimi quattro mesi – da marzo a oggi – il governo Conte II sia stato costretto ad approvare decreti mo nst re per rispondere all’emergenza Covid-19 che hanno fatto confluire in testi corposi molti atti che, in tempi normali, avrebbero riguardato singoli provvedimenti legislativi. Quest’ultimo dato risulta evidente dal netto incremento medio dei commi dei decreti legge pari all’ 82% durante i governi di Giuseppe Conte, il
30% in più rispetto alle norme governative dello stesso periodo della legislatura passata.
Ma il potere del Parlamento, checché ne dicano le opposizioni, è diventato più centrale sotto i governi dell’avvocato di Volturara Appula: insieme alla diminuzione dei decreti legge emanati, decresce anche il peso delle leggi di conversione ( dal 39 al 34%) ma soprattutto le leggi di iniziativa governativa riguardano il
55% di tutta la produzione normativa, contro il 75% del biennio 2013-2015 (- 20%). Per quanto riguarda le leggi diverse da quelle di conversione (decreti legge e decreti legislativi), i governi Letta e Renzi avevano di fatto svuotato il Parlamento: su 69 leggi presentate, 51 erano di iniziativa governativa contro le 18 di iniziativa parlamentare ( 74-26% ). Nei primi due anni della XVIII legislatura invece, per quanto resti maggiore l’iniziativa del governo sulla produzione legislativa, il rapporto tra i due poteri si è riequilibrato: su 70 norme, 29 sono state avanzate dal Parlamento (41%), contro le
39 del governo (56%). Il restante 3%, pari a 2 leggi, è di origine mista.
DI FRONTE
a un minore intervento del governo nella produzione legislativa, però il rapporto mette in evidenza un aspetto relativo all’emergenza coronavirus: la tendenza dell’esecutivo di Giuseppe Conte a perseguire una “legislazione difensiva”, ovvero “che cerca ‘via di fuga’ rispetto alle complessità dell ’assetto normativo”: in particolare le norme che delegano dossier a commissari straordinari e la produzione degli ormai celebri Dpcm. A questo proposito, si legge nelle premesse, i tecnici della Camera sottolineano come l’emergenza provocata dal Covid-19 “abbia inevitabilmente accentuato la spinta alla ‘verticalizzazione’ delle decisioni”. Nel periodo 23 febbraio - 17 luglio 2020 sono state approvate 33 leggi: 10 dei 15 decreti sono connessi all’emergenza.
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