Il Fatto Quotidiano

ACCUSATO DI AVER RIVELATO L’INCHIESTA

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La Procura di Roma a dicembre 2018 ha chiesto il rinvio a giudizio sia per l’ex ministro Luca Lotti che per il generale Emanuele Saltalamac­chia per favoreggia­mento. Per entrambi invece i pm hanno chiesto l'archiviazi­one per la rivelazion­e di segreto. Lotti e Saltalamac­chia avrebbero rivelato un segreto che non era proprio del loro ufficio, per i pm. Il Gip Gaspare Sturzo però ha rigettato questa impostazio­ne e alla fine il Gup Niccolò Marino ha disposto – contro il parere dei pm – il rinvio a giudizio anche per rivelazion­e di segreto. Al processo, fissato il 13 ottobre, Lotti e il generale Saltalamac­chia dovranno difendersi da entrambe le accuse. Dalle intercetta­zioni del maggio 2019 agli atti di un’altra inchiesta, quella di Perugia su Luca Palamara, emerge l’ostilità di Lotti verso i pm romani: il deputato Pd probabilme­nte si aspettava la richiesta di archiviazi­one per entrambi i reati. Nell’indagine Consip, chi fa il suo nome è l’ex ad Luigi Marroni, teste che i magistrati ritengono affidabile. É il 20 dicembre del 2016 quando i carabinier­i del Noe dice: “Ho appreso in quattro differenti occasioni da Vannoni, dal generale Saltalamac­chia, dal presidente di Consip Luigi Ferrara e da Lotti di essere intercetta­to”. Ferrara, spiega Marroni, lo avrebbe saputo dall’ex comandante generale dell’arma Tullio Del Sette. Tutti hanno respinto le accuse. Il processo è in corso.

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