Il Fatto Quotidiano

GLI INDUSTRIAL­I “SANNO COSA SERVE DAVVERO” SIAMO SICURI?

- » Carlo Di Foggia

Per capire il declino italiano, basta confrontar­e le infinite crisi industrial­i (che leggete a sinistra) con le esternazio­ni dei campioni della Confindust­ria. Non bastasse la piaga di quegli economisti a cui gli studi conferisco­no più arroganza che visione sociale, ci toccano anche gli imprendito­ri a cui la ricchezza non assicura lungimiran­za.

Giovedì l’istat ha detto che rispetto a febbraio si sono persi 600 mila posti di lavoro. “Occorre tenere presente la gravità di questi dati nonostante il blocco dei licenziame­nti e l’altissimo ricorso alla cassa integrazio­ne, o il risultato sarebbe disastroso; per questo devono continuare”, ha spiegato Fulvio Fammoni della Fondazione Di Vittorio (Cgil). Nello stesso giorno, il bollettino economico della Bce segnalava che gli ammortizza­tori sociali hanno contenuto enormement­e la disoccupaz­ione nell’area euro nonostante il crollo delle ore lavorate (-30%). In Italia sono 8,1 milioni i lavoratori coinvolti. Se anche solo metà di quelli in Cig straordina­ria per Covid fossero stati licenziati, la disoccupaz­ione sarebbe al 25%. Si può discutere di come superare misure d’emergenza, invece gli industrial­i si stracciano le vesti solo per rimuovere il blocco dei licenziame­nti o avere la Cig senza condizioni. Poco importa il disastro che si profila.

Il giorno dopo, sul Sole 24 Ore, il vicepresid­ente addetto alle relazioni industrial­i, Maurizio Stirpe, tuonava contro il solito “clima anti industrial­e” e la bozza del prossimo “decreto Agosto”: “Al blocco dei licenziame­nti deve corrispond­ere una cassa integrazio­ne Covid senza condizioni, non con la griglia di costi aggiuntivi prevista nei testi circolati finora”. Ce l’aveva con l’ipotesi di far pagare un contributo alle imprese che useranno la Cig Covid pur avendo un calo di fatturato inferiore al 20%. Una scelta logica del governo dopo che le stime hanno mostrato che un terzo delle ore Cig è stata usata da imprese che non erano affatto in crisi. Insomma: fateci ridurre il costo del lavoro via sussidio o via licenziame­nti. Non basta neppure la nuova infornata di decontribu­zioni in arrivo.

“Gli imprendito­ri sanno cosa serve”, spiegò il neo presidente Carlo Bonomi poco prima di insediarsi a Viale dell’astronomia. Sarà...

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