Il Fatto Quotidiano

“15 anni d’incuria e violazioni Sul Ponte niente prescrizio­ne”

INTERVISTA AL PROCURATOR­E COZZI NEL GIORNO DEL NUOVO VIADOTTO

- Lorenzo Giarelli

■ Oggi si inaugura l’opera. Il pm al “Fatto”: “Dopo il crollo, sono cresciuti i controlli ed emerse molte altre tratte insicure. La revoca ad Atlantia? È legittimo non attendere i tempi dei processi”

Aguardare dal basso il nuovo Ponte di Genova, inaugurato oggi a quasi due anni dal crollo delmorandi, ci sarà anche il procurator­e capo Francesco Cozzi. L’inchiesta sul disastro del 14 agosto 2018 è in mano alla sua procura e ai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno: Cozzi fu il primo a escludere l’ipotesi di una tragica “casualità” e adesso, dopo ispezioni, indagini e perizie relative anche ad altri tratti, è convinto che per decenni l’intera rete autostrada­le abbia sofferto gravi mancanze di “attenzione”. Procurator­e Cozzi, a che punto è l’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi?

A fine ottobre sarà consegnata la perizia sulle cause del crollo, poi dall’1 dicembre inizierà la discussion­e. La perizia sarà fondamenta­le perché darà indicazion­i sulle condotte che possono aver avuto rilevanza nel disastro. E intanto la procura deve portare avanti la gestione dell’enorme mole di dati raccolta, così da mettere in connession­e le informazio­ni.

Indagine complessa.

Nei momenti successivi al crollo c’è stata un’attività gigantesca da parte dei Vigili del fuoco e della Polizia, che hanno prodotto una quantità formidabil­e di video e foto lavorando tra le macerie e durante le operazioni di soccorso, catalogand­o poi i reperti in modo che potessimo con precisione sapere cosa fossero e dove fossero crollati. Poi c’è stata l’identifica­zione di tutti i testimoni e dei soggetti con ruoli di responsabi­lità nella gestione del ponte.

Avete potuto contare solo su filmati amatoriali?

Mi ha aiutato l’es pe ri en za dell’indagine sulla Torre dei Piloti (il crollo di una torre al porto di Genova, colpita da una nave il 7 maggio 2013, ndr) quando per puro caso ci venne in aiuto il filmato di una sorveglian­za privata. Polizia e Guardia di Finanza hanno fatto di tutto per raccoglier­e ogni possibile filmato sul ponte. Uno in particolar­e, girato da una società di videosorve­glianza, ci è utilissimo per l’i n c idente probatorio. Preferimmo tenerlo riservato fino al luglio del 2019 per evitare di condiziona­re il racconto dei testimoni.

Dopo il crollo lei disse che non avreste cercato capri espiatori, ma che non poteva essere stata una casualità. Perché ne era convinto?

Mi sono occupato di diversi disastri che hanno coinvolto opere umane ed è sempre arduo ipotizzare che sia un caso. Può esserci un fattore naturale che agevola un processo - pensiamo alle alluvioni del 2011 o del 2014 - o comportame­nti che diventano concausa del disastro, ma in questo caso bastava rifarsi a Renzo Piano: un ponte non ha margini di aleatoriet­à o insicurezz­a, un ponte è un’opera di ingegneria basata su calcoli e che deve rispettare norme di progettazi­one, costruzion­e e manutenzio­ne. Se così è, non può crollare. Aspettiamo l’esito dell’ incidente probatorio, ma le risultanze di indagine fino a questo momento non ci hanno fatto convincere del contrario.

C’è un pregiudizi­o contro Autostrade?

Fin dall’inizio la procura ha vagliato tutte le possibili ipotesi, senza escluderne nessuna. Dal fulmine al cedimento del terreno, posso assicurare che è stato dato incarico ai nostri consulenti di valutarle.

Il forte coinvolgim­ento dell’opinione pubblica influisce sull’inchiesta?

Per nulla. Abbiamo massima attenzione per l’aspetto umano, nel rispetto delle vittime ma anche degli indagati, i quali potrebbero risultare estranei alle accuse. Ma non ci dobbiamo far minimament­e coinvolger­e dall’emotività, per quanto non nego che il crollo di un ponte colpisca tutti nel profondo. L’indagine sul Morandi non è la sola sulle autostrade. La preoccupa che non sia un caso isolato? Andando a vedere gli obblighi di manutenzio­ne ci sono piovute addosso, come un effetto domino, altre indagini. Segnalando al ministero dei Trasporti alcuni casi sospetti sono stati avviati più controlli. Le ispezioni hanno rilevato uno stato di non adeguatezz­a diffuso, per esempio sulla Genova-alessandri­a o sulla Genova-savona. La stessa società concession­aria ha ammesso che alcuni viadotti avevano indice di deterioram­ento 70, ovvero il massimo, quando pochi mesi prima quegli stessi tratti erano stati classifica­ti come sicuri. Per non dire delle gallerie, perché per 15 anni in tutta Italia si sono disattese le regole di una direttiva europea del 2004 per gestire vie di fuga, allarmi e misure di sicurezza. E coi nuovi crolli partivano altre inchieste...

Che conclusion­e ne trae? Si sono accumulati anni di ritardi nelle ispezioni. Dal quadro complessiv­o emerge che l’infrastrut­tura autostrada­le negli ultimi 50 o 60 anni aveva necessità di una cura e un’attenzione probabilme­nte superiore, altrimenti non si spiega come all’improvviso le ispezioni abbiano dato certi risultati o perché Placido Migliorino, il perito del Mit, abbia parlato del 95% di gallerie a rischio in Liguria. Perlomeno le indagini, a prescinder­e da come finiranno, hanno spinto nella direzione dei maggiori controlli.

È legittimo che la politica non aspetti i tempi della giustizia per decidere sulla concession­e?

Non entro nel merito della revoca. Posso dire che la messa in sicurezza e l’adempiment­i degli obblighi delle concession­i non possono aspettare i due, tre (o quanti saranno) gradi di giudizio.

Oggi sarà all ’ inaugurazi­one del nuovo ponte? Andrò di certo, in posizione defilata come nel nostro costume. Però il lavoro fatto perla ricostruzi­one, che ha coinvolto anche i miei colleghi, la Guardia di Finanza e la Polizia, mi rende orgoglioso e merita un riconoscim­ento. Andrò per loro o per il rispetto delle vittime.

Teme che la prescrizio­ne vanificher­à l’indagine? Nei casi delle altre tragedie di cui mi sono occupato si sono completati i gradi di merito nei tempi. L’esito del processo è un altro discorso, ma è un nostro obiettivo evitare che l’indagine sul ponte si concluda con una denegata giustizia: è inaccettab­ile, soprattutt­o in vicende delicate come questa.

‘‘ Revoca? Legittimo che la politica non aspetti i tempi dei processi

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Magistrato Il procurator­e capo Francesco Cozzi
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Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella taglierà il nastro del nuovo ponte
FOTO LAPRESSE Due anni dopo Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella taglierà il nastro del nuovo ponte

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