PROMOSSI
GRASSO CHE COLA. Tutto il brutto della maggioranza, quell’ambiguità che sovente ha rallentato l’azione di governo, la doppiezza indecisa malgrado le esortazioni reciproche, s’è palesata nitidamente durante il voto sulle presidenze di commissione. Nella notte dei lunghi coltelli in cui, al buio del voto segreto sabotaggi, ripicche, rivendicazioni e promesse mancate hanno costretto i parlamentari alla mediazione fino alle ore piccole, ci sono stati diversi incidenti. La maggioranza è andata sotto al Senato nel voto delle commissioni Agricoltura e Giustizia, dove sono stati confermati i leghisti Giampaolo Vallardi e Andrea Ostellari. La bocciatura di Pietro Grasso come presidente della commissione Giustizia ha fatto particolare rumore sia per il prestigio dell’uomo sia perché si trattava dell’unico nome espresso da Leu, alleato sempre corretto e non troppo esigente in termini di poltrone. L’ex presidente del Senato ha dato ulteriore prova di “fair play” intervenendo in maniera altrettanto convinta e determinata il giorno successivo nel voto per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Open Arms, senza lasciarsi in alcun modo condizionare dai battibecchi politici precedenti: “Non essendoci accordo tra ministri competenti non si può definire come atto di governo il provvedimento deciso dall’allora ministro dell’interno. Non ci fu responsabilità collegiale del governo, come si legge dal carteggio di quei giorni, in cui emerge la contrarietà del premier alle decisioni prese”. La correttezza è come il coraggio, chi non ce l’ha mica se la può dare. Voto: 7
QUELLI CHE SANNO. Nel relativismo ormai imperante e completamente ideologico, nel quale ciascuno si permette di sentenziare sull’inesistenza del virus, chi deve fare i conti con la realtà cerca di riportare la barra al centro. “Lo dico a quei negazionisti che sostengono non esista nulla, a quelli che pensano sia un’invenzione da Grande Fratello o da Bilderberg: abbiamo visto gente morire, senza lockdown avremmo avuto 2 milioni di veneti infettati e le terapie intensive al collasso”: nel sentir parlare Luca Zaia si può tirare un sospiro di sollievo. Voto: 8