Il Fatto Quotidiano

Virus, valzer degli appalti tra astronavin­e e mazzette

- » Andrea Sparaciari

Dalle mascherine ai camici, dai conti correnti fino alle vecchie mazzette. Lo spettro delle inchieste per fatti avvenuti nei mesi di crisi Covid abbraccia ogni tipologia di ( supposto) malaffare. Da Nord a Sud, passando per il Centro.

LOMBARDIA 27 FASCICOLI APERTI DALLE PROCURE

Le procure a oggi contano 27 fascicoli. Il più scottante per il presidente Attilio Fontana, indagato per frode in pubbliche forniture, è quello per la fornitura di 75mila camici dalla Dama Spa. I pm indagano anche il titolare Andrea Dini cognato di Fontan e l’ex dg di Aria Spa, Filippo Bongiovann­i. Il reato contestato è turbata libertà nella scelta del contraente. Altra indagine è quella sugli 8 milioni spesi dal Pirellone per 18 milioni di“mascherine-pannolino” prodotte dalla Fippi e mai utilizzate. Il fascicolo, aperto il 2 maggio dopo l’esposto dell’adl Cobas, è contro ignoti. Truffa e frode nelle pubbliche forniture i reati ipotizzati. E sempre dalla Adl Cobas è nata l’inchiesta che mira a far luce sui 21,6 milioni spesi per l’ospedale alla Fiera di Milano. La struttura, concepita da Guido Bertolaso, oggi chiusa, ha ospitato meno di 30 di pazienti.

PIEMONTE LE FORNITURE CINESI DIFETTOSE

Truffa e frode sono le ipotesi di reato su cui lavorano i pm Elisa Buffa e Giovanni Caspani della procura di Torino, titolari delle indagini sugli appalti del Covid. Sono decine i bandi e gli affidament­i diretti su cui i magistrati hanno avviato accertamen­ti. Al momento gli indagati sono quattro: tre imprendito­ri che vendettero all'unità di crisi della Regione mascherine ( prodotte in Cina) diverse da quelle ordinate e una quarta persona coinvolta in un secondo filone d'inchiesta che riguarda una maxi fornitura da 18 milioni di materiali sanitari che la Regione ordinò durante la pandemia.

MARCHE L’“ASTRONAVIN­A” DI BERTOLASO

Al centro delle attenzioni dei pm è un’altra “creatura” di Bertolaso, il Covid Hospital di Macerata, alias “l’a stronavina”. Costato 12 milioni, ha curato tre pazienti. Nell’esposto presentato da sindacati e associazio­ni, si denuncia chela struttura sarebbe stata costruita aggirando le norme sugli appalti pubblici. In particolar­e, si punta il dito sul conto corrente intestato al Sovrano Ordine di Malta sul quale sono confluite le donazioni di privati e aziende. La procura di Ancona che ha aperto un fascicolo per abuso d’ufficio, senza indagati.

LAZIO IL CAOS DELLE MASCHERINE

La Regione ha anticipato oltre

14 milioni per l’acquisto di 7,5 milioni di mascherine. Ma i dispositiv­i non sono mai arrivati e ora c’è un buco di 11,7 milioni di euro. Indaga la Procura di Roma, che ha coinvolto anche quelle di Taranto, Lugano e Londra. L’affidament­o diretto è andato una piccola società di Frascati. Le “m ascherine fantasma” furono garantite da un certificat­o falso e da una fideiussio­ne non valida in Italia, emessa da una compagnia off-shore e firmata da un imputato per camorra. La Regione sarebbe parte lesa.

SICILIA IL COORDINATO­RE E LE MAZZETTE

“Ricordati che la sanità è un condominio e io sempre capo condominio rimango”. Così diceva Antonino Candela, ex coordinato­re per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, finito in manette il 21 maggio nell’operazione “Sorella sanità”. Per i pm di Palermo era a capo di una cricca che pilotava le gare della Regione imponendo una tangente del 5% sul valore delle commesse (60 milioni totali). Al posto di Candela ora c’è il dottor Bertolaso.

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