Il Fatto Quotidiano

I problemi della scuola non dipendono dal virus

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Ho insegnato in tutti gli ordini di scuole, medie inferiori, superiori e università (tranne che alle elementari), dal 1965 al 2010 quando sono andato in pensione. Diciamo che i problemi li conoscevo, poi la scuola è cambiata ma riesco ad afferrarli. Ho letto una difesa su il Fatto della ministra Azzolina, e vi do ragione. I problemi che deve affrontare sono enormi e non solo a causa del Covid, ma per lo stato di abbandono in cui più di vent’anni di cattivi ministri l’hanno lasciata. E i problemi sono: allungare il calendario scolastico e l’orario giornalier­o, diminuire il numero degli studenti per classe, far aggiornare gli insegnanti. Problemi grossi ma che vanno affrontati, per non parlare dell’edilizia. Ma segnalo un problema immediato: trovo assurdo che, una settimana dopo l’inizio delle scuole, si debba interrompe­re l’attività nelle regioni in cui si vota. Questi sono problemi che devono affrontare il ministero della Difesa e quello degli Interni. In accordo coi sindaci si devono trovare sedi diverse dalle scuole in cui mettere i seggi elettorali. È una cosa che si può fare e si deve fare. E aggiungo: in Toscana è anche previsto il ballottagg­io se nessun candidato supera il 40%. Quindi altra tornata elettorale e altra chiusura delle scuole. Un’assurdità.

GIOVANNI FALASCHI

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