“City car con Psa” Stop a indotto Fiat fornitori in allarme
Una lettera inviata da Fca Italia e Fca Polonia ai fornitori, rivelata dall'edizione torinese del Corriere, torna ad alimentare le preoccupazioni sulla futuro in Italia del gruppo “Stellantis” che nascerà dalla fusione di Fca e Psa. La missiva informa che “il progetto di piattaforma del segmento B di Fca è stato interrotto a causa di un cambiamento tecnologico” e chiede dunque “di cessare immediatemente ogni attività di ricerca/sviluppo e produzione relativa al progetto del segmento B per evitare ulteriori costi e spese”. Inoltre informa che “nel contesto di una cooperazione autonoma, Fca e Psa hanno raggiunto un accordo sullo sviluppo, la produzione e l'assemblaggio di Fca nello stabilimento Fca di Tichy (Polonia, ndr) di veicoli di segmento B a marchio Fca basati sulla piattaforma Cmp di Psa. Questa cooperazione non è correlata alla prevista operazione tra Fca e Psa annunciata a fine 2019. Fino alla sua realizzazione, Psa e Fca resteranno concorrenti e dovranno essere ritenuti come tali”.
Sebbene negli stabilimenti italiani di Fca non si producano utilitarie del segmento B, secondo alcuni produttori di componentistica questo segnale indica che saranno i fornitori francesi a prevalere. Piattaforme come quelle di Psa o Volkswagen consentono di ridurre i costi ma comportano la presenza vicino all’impianto dei fornitori di pianali, sospensioni, scarichi. Fiat commenta in una nota che “Fca e Psa confermano di aver avviato discussioni per potenziali progetti di cooperazione sul segmento B separatamente da qualsiasi negoziato relativo alla fusione. Per ragioni di riservatezza e ovvi motivi antitrust, in questa fase non forniremo ulteriori dettagli”. Secondo Michele De Palma della Fiom- Cgil, “occorre che il Governo dia risposte di politica industriale prima della fusione, perché poi sarà troppo tardi. Negli stabilimenti italiani c’è il know how che serve ma bisogna evitare di perdere volumi produttivi”.