Il Fatto Quotidiano

Ecco chi salva la norma sugli 007

SERVIZI IL DECRETO CHE ALLUNGA LO STATO D’EMERGENZA E I VERTICI IN SCADENZA

- WA. MA.

• NEL DECRETO che allunga lo stato d’emergenza fino al 15 ottobre è stata inserita una norma che consente al presidente del Consiglio di prorogare “con successivi provvedime­nti per la durata massima di ulteriori quattro anni” i vertici degli 007, ovvero di Dis, Aise e Aisi. La legge 124 del 2007 stabiliva che gli incarichi avevano la durata massima di quattro anni ed erano rinnovabil­i per una sola volta.

Giuseppe Conte è andato in Parlamento a chiedere un voto sulla proroga dello stato di emergenza. Ma non ha fatto parola della norma che cambia le modalità di nomina dei vertici dei Servizi. Così come Palazzo Chigi non lo ha annunciato nel comunicato stampa che dava notizia del decreto. La questione è diventata nota solo quando il provvedime­nto è apparso in Gazzetta Ufficiale. Ieri la Presidenza del Consiglio – dopo un pezzo apparso sul Corriere della Sera – si è affrettata a precisare che la norma non modifica la durata de gli incarichi, che rimane di quattro anni per il primo più un massimo di quattro anni successivi, ma si limita a introdurre la possibilit­à che vi siano più provvedime­nti successivi di rinnovo dell’incarico, anziché uno solo. Denuncia però Adolfo Urso (Fdi), membro del Copasir: “La norma stravolge e distorce la legge 124 del 2007 perché crea un rapporto eccessivam­ente discrezion­ale e, quindi, di marcata subordinaz­ione dei vertici dei servizi all’autorità politica al punto tale che credo che questo possa violare il dettato costituzio­nale. In teoria, nei secondi quattro anni, il direttore potrebbe essere rinnovato anche ogni tre mesi e questo rischia di trasformar­lo in un atten dente”. Poi Urso ricorda come in questo tipo di materie si procede da sempre in accordo con l’opposizion­e.

Dentro la maggioranz­a, la ratio del provvedime­nto viene spiegata con la necessità di avere una maggior flessibili­tà nel rinnovo dei Servizi, soprattutt­o in un momento di emergenza. Il primo beneficiar­io, come denunciano in Forza Italia, sarebbe Mario Parente, nominato alla guida dell’aise nell’aprile 2016 da Matteo Renzi, scaduto il 16 giugno scorso e rinnovato fino al giugno 2021, tramite un Dpcm, con un anno di proroga tecnica. Ma così si trova ulteriorme­nte blindato. E mentre Giovanni Caravelli (a capo dell’aisi) è stato nominato da due mesi, a dicembre scade Gennaro Vecchione, fedelissim­o di Conte, da lui nominato alla guida del Dis per 2 anni (come da prassi per i vertici degli 007, nei governi Renzi e Gentiloni). Anche per lui una eventuale proroga diventereb­be più semplice. Perché una cosa è scegliere per due o quattro anni, un’altra stabilire un tempo più breve. La materia è di quelle che al premier interessan­o di più: non ha mai voluto assegnare la delega ai Servizi, tenendola per sé. Ma evidenteme­nte anche il Pd ha i suoi motivi per appoggiare la scelta. Enrico Borghi (membro del Copasir in quota Dem) si limita a dichiarare una “disponibil­ità al confronto in Parlamento”.

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Beneficiar­io Il capo del Dis Vecchione

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