Il Fatto Quotidiano

“Il Re Felipe VI è saldo, anche se la Spagna non è più monarchica”

Jordi Canal Lo storico, autore del libro sui reali del XXI secolo: “È giusto che Juan Carlos sia andato via. Ma tornerà”

- » Alessia Grossi

“La Spagna non è un Paese monarchico. O meglio lo è, ma a tratti, come abbiamo visto già in passato. Direi che il regno di Felipe VI per ora, agosto 2020, è al sicuro, ma il futuro se lo gioca nei prossimi anni e dipenderà molto dalla crisi economica che sta arrivando e dalla risposta che la politica riuscirà a mettere in campo”. Lo storico Jordi Canal, professore della École des Hautes Études en Sciencies Sociales (Ehess) di Parigi, nel suo libro La monarchia spagnola nel secolo XXI ha analizzato il ruolo della corona di Spagna nel nuovo millennio, quella che vede come capo di Stato l’erede di Juan Carlos I, quella uscita dagli anni della crisi economica, quella che con l’abdicazion­e del “sovrano della transizion­e” si lasciava alle spalle un’era per aprirsi alle nuove sfide. Ed è sicuro: la monarchia tiene. Juan Carlos I se n’è andato dal Paese. Che ne pensa? Penso che la decisione fosse nell’aria, sollecitat­a anche dal governo Sanchez e già anticipata da diversi media. E credo che sia stata una scelta obbligata e corretta. Le notizie sull’inchiesta a suo carico che arrivavano con il contagocce stavano appannando l’immagine della casa reale e potevano nuocere al figlio, il re Felipe VI. Non c’era altra soluzione.

Si tratta di un esilio o di una fuga dalla giustizia, come pensa qualcuno? Nessuna delle due. Juan Carlos si è allontanat­o per un periodo, non resterà fuori per sempre e ha fatto sapere che è a disposizio­ne della Corte dei conti e dei giudici. Ma ora non poteva fare a meno di lasciare il Paese, anche per non macchiare l’immagine dell’istituzion­e.

Nel suo libro scrive che – a meno di evento enorme – la monarchia non cadrà. Ci siamo?

No, non credo. La questione per ora sembra finita qui. Mi riferivo a ben altro tipo di eventi, come una crisi economica profonda, un momento di seria difficoltà per il Paese. Poi non credo che con il Covid e tutto quello che sta accadendo il problema sia la monarchia. Secondo lei la Spagna da juancarlis­ta sta diventando felipista. Cosa intende? Felipe VI dal 2014 si sta dimostrand­o un buon capo di Stato, all’altezza del XXI secolo. Suo padre, al di là degli errori che certamente ci sono stati – anche se bisogna aspettare che la giustizia faccia il suo corso per capire – non ha saputo interpreta­re i valori del XXI secolo,

è stato un buon sovrano fino agli anni 2000. L’attuale re ha gestito tutto con trasparenz­a, come richiedono i tempi.

Eppure lo scandalo ha lambito anche lui: il suo nome è tra i beneficiar­i della società off shoredel padre. Lui ne era a conoscenza dal 2019, ma ha confessato solo quando uscì la notizia.

Sì, è vero. In quella occasione avrebbe potuto essere più trasparent­e e più chiaro e deciso nella risposta. A ogni modo, gli spagnoli hanno capito che l’errore è di Juan Carlos e non del figlio.

Finora il ruolo svolto da Felipe è più debole di quello del padre.

Sì, non sono paragonabi­li: il padre ha traghettat­o la Spagna dalla dittatura alla democrazia e poi l’ha salvata dal colpo di Stato dell’81. Il re attuale l’unica prova che ha dovuto affrontare finora è la crisi degli indipenden­tisti, ma si è saputo tenere saldo al suo ruolo di unità del Paese come prevede la Costituzio­ne. Direi che con lui la corona si è stabilizza­ta.

Sanchez ha ribadito il suo sostegno all’ istituzion­e, anche se non alla persona di Juan Carlos I. È normale. Non è in ballo la monarchia, anche se nel governo ci sono forze repubblica­ne, come Podemos, che non perdono occasione per attaccarla, in realtà nessuno ha messo in campo una proposta alternativ­a concreta. La attaccano perché la legano al “sistema del 78” (la Transizion­e, ndr). Guardi, la Spagna in fondo non è un Paese monarchico, ma ‘monarchist­a’. Per ora e visti anche i tempi incerti, è e resta monarchico.

A proposi todi“sistema 78 ”, questo governo vuole chiudere i conti con la storia, come per l’ esumazione di Franco dal Valle de los Caidos o la legge sulla Memoria storica. La monarchia è legata alla dittatura.

Questo è un vecchio argomento. In realtà la corona in Spagna è sempre stata dalla parte della democrazia. Popolari, socialisti e Ciudadanos potrebbero trovare un accordo sulla monarchia, ma non sulla memoria storica. Non c’è da mischiare i due piani. Sono equilibri distinti.

Vedremo il regno di Leonor?

Dipende dalle spinte sociali che verranno fuori da questa crisi. In momenti economici difficili, i regimi monarchici non sono ben visti. Lo dimostra la crisi del 2008, lì Juan Carlos I ha vacillato.

Bisognereb­be indire un referendum e cambiare la Costituzio­ne.

E quale sarebbe la nuova forma costituzio­nale? Nessuno ha un’idea precisa. Poi non sarebbe affatto semplice. Per modificare la Carta del 1978 bisogna avere due terzi della maggioranz­a parlamenta­re, poi sciogliere il Parlamento e tornare a ricostitui­rlo dopo nuove elezioni. Non è il momento per farlo, né ci sarebbero i numeri. Una Costituzio­ne la si può aprire, ma poi bisogna richiuderl­a.

Il futuro del re è legato alla crisi economica che sta arrivando e alla risposta della politica

Jordi Canal

 ?? FOTO ANSA / LAPRESSE ?? Le colpe dei padri
Il re Felipe VI. Accanto, Juan Carlos I. Sotto, con Francisco Franco
FOTO ANSA / LAPRESSE Le colpe dei padri Il re Felipe VI. Accanto, Juan Carlos I. Sotto, con Francisco Franco
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy