Ursula, le svolte su immigrazione e salario minimo
Più di un filo lega il primo discorso sullo stato dell ’ Unione europea pronunciato ieri a Bruxelles dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, con l’annuncio del premier Giuseppe Conte sul Piano nazionale di ripresa per accedere al Recovery fund europeo. Non solo l’idea di “una Unione della sanità” e di un vertice globale sul tema che si terrà in Italia, o l’abolizione del regolamento di Dublino per un “nuovo piano” di governan
ce dell’immigrazione. Soprattutto una piena sintonia sui temi sociali. Per uscire dalla fragilità scatenata dalla pandemia, Von der Leyen vuol riformare il welfare perché “il popolo europeo sta ancora soffrendo”.“per troppe persone il lavoro non paga”: per la presidentessa Ue “bisogna porre fine a questa situazione”. La Commissione lavora a una proposta “su una norma per sostenere gli Stati membri e istituire un quadro di salari minimi. Tutti devono avervi accesso”.
A BRUXELLES
ha fatto eco Roma. In Italia ci sono 5 milioni di lavoratori che hanno salari sotto la soglia di povertà. Dopo anni di dibattito, ieri il governo Conte ha annunciato un piano per il salario minimo legale. Ad aprile 2019 il M5S presentò un disegno di legge, prima firmataria la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, per stabilire una paga oraria di 9 euro per i lavoratori con retribuzione minima inferiore al 50% del salario mediano, sollevando però obiezioni di Cgil Cisl e Uil che rilanciano i contratti collettivi validi decisi “nella contrattazione tra imprese e sindacati”. L’italia è tra i pochi Paesi Ue a non avere norme in materia.
Nel 2016 il 7,2% dei lavoratori Ue percepivano il salario minimo. Nel 2019 erano 22 gli Stati membri che applicavano queste misure. Secondo Eurofound, quest’anno i salari minimi sono aumentati in tutti gli Stati membri che li applicano: dal +17% annuo in Polonia (a 611 euro) al + 1,2% in Francia a 1.539 euro. I braccianti agricoli con salario minimo sono il 15% del totale Ue, nel commercio il 13%, tra gli addetti alle pulizie il 25%. Polonia, Slovacchia e Spagna hanno annunciato piani per portare il salario minimo al 60% di quello medio, ma nella maggior parte dei Paesi resta sotto il 60% o il 50% del salario mediano: 7 percettori su 10 sono comunque in difficoltà. I governi lo usano per aiutare le persone colpite dalla crisi scatenata dalla pandemia e ridurre il gap salariale di genere, poiché a riceverlo sono in gran parte donne.
Von der Leyen ha ribadito anche altri punti chiave del programma della Commissione: “Alzare al 55% il target per il taglio delle emissioni al 2030” e portare le spese per il G reen Deal al 37% delle risorse del
Next Generation Eu, il Recovery fund, destinandone un altro 20% al digitale oltre a misure contro le discriminazioni sociali di ogni forma. L’altro cardine dei piani di Bruxelles riguarda l’immigrazione: “Il regolamento di Dublino verrà abolito e sostituito da un nuovo sistema di governance ” che “a
IL SISTEMA PRIORITÀ A SANITÀ, CLIMA E MIGRANTI
vrà una struttura comune per gli asili e i rimpatri e un meccanismo di solidarietà molto forte e incisivo. Ci sarà un dibattito, punti su cui andremo d’accordo e meno. Anche la presidenza tedesca vuole dei risultati”, ha spiegato Von der Leyen. “Salvare vite umane non è un optional. Se noi acceleriamo, mi aspetto che accelerino anche tutti gli Stati membri. Le migrazioni sono una sfida europea e tutta l’europa deve fare la sua parte. Quei Paesi che adempiono ai loro doveri giuridici e morali o che sono più esposti di altri devono poter contare sulla solidarietà dell'intera Ue”, ha detto Von der Leyen. Mercoledì prossimo la Commissione presenterà il Migration Pact, la sua proposta di riforma del sistema Ue di asilo per i migranti.