Il Fatto Quotidiano

Contratto rider: gialli e neri fanno l’accordo-farsa

- ROBERTO ROTUNNO

Paghe a cottimo, zero tutele per ferie omaternità e “licenziame­nto” libero con 30 giorni di preavviso. Ecco il primo contratto collettivo per i rider del cibo a domicilio, firmato martedì sera dall’assodelive­ry – associazio­ne che riunisce Glovo, Deliveroo, Just Eat e Uber Eats – con un solo sindacato: l’ugl. La sigla a giugno si era appositame­nte alleata con l’anar, un gruppo di fattorini con posizioni molto vicine alle aziende. L’intesa è arrivata dopo trattative tenute fino all’altro ieri segretissi­me, portate avanti mentre le stesse imprese fingevano di partecipar­e a un tavolo, voluto dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, con Cgil, Cisl, Uil e Rider X i diritti.

Matrimonio di convenienz­a, dunque, celebrato infatti di nascosto. Così le multinazio­nali del food delivery aggirano in un colpo leggi e sentenze grazie alla condiscend­enza di un sindacato disposto ad accettare le condizioni super-precarie imposte dai big di settore: rider non assunti come dipendenti ma inquadrati come “partite Iva”, retribuiti a consegna e senza salari orari, sprovvisti di protezioni per malattia. Contro questa impostazio­ne sono nate, quattro anni fa, Rider Union Bologna e Deliveranc­e Milano, e poi si sono accodati i sindacati tradiziona­li. A novembre 2019, il governo Conte bis ha stabilito per legge il diritto a un contratto collettivo per i fattorini, da sottoscriv­ere entro novembre 2020. A gennaio 2020, la Cassazione ha confermato che ai rider spettano le tutele da dipendenti, come lo stipendio orario della logistica. Le piattaform­e sono corse ai ripari. A giugno l’anar, che – pur essendo nata a settembre 2019 dopo alcune riunioni nelle sedi di Glovo – tiene a dire di “non essere un sindacato di comodo”, ha stretto un’alleanza con l’ugl, un sindacato strutturat­o per portare avanti la sua battaglia per l’autonomia dei rider e i pagamenti a consegna. Per evitare il contratto farsa, Nunzia Catalfo ha convocato a fine luglio un tavolo ministeria­le, senza l’ugl. Ma, come detto, la partecipaz­ione dell’assodelive­ry a quella riunione è stata un’astuta recita: mentre aspettava la nuova convocazio­ne, attesa per fine settembre, ha incontrato l’ugl e firmato il contratto così come volevano le aziende. Il testo scolpisce nella pietra la regola dei compensi in base alle consegne, aggiungend­o che un’ora di lavoro effettivo non può essere retribuita con meno di 10 euro lordi. Attenzione: un’ora effettiva significa 60 minuti passati a consegnare, non un’ora di semplice disponibil­ità. Rider X i Diritti ha subito definito l’accordo “pirata”. “Cgil, Cisl e Uil – scrivono – intendono intraprend­ere tutte le azioni possibili per contrastar­e l’applicazio­ne di questo contratto”. La guerra contro questo delitto perfetto è iniziata.

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