Contratto rider: gialli e neri fanno l’accordo-farsa
Paghe a cottimo, zero tutele per ferie omaternità e “licenziamento” libero con 30 giorni di preavviso. Ecco il primo contratto collettivo per i rider del cibo a domicilio, firmato martedì sera dall’assodelivery – associazione che riunisce Glovo, Deliveroo, Just Eat e Uber Eats – con un solo sindacato: l’ugl. La sigla a giugno si era appositamente alleata con l’anar, un gruppo di fattorini con posizioni molto vicine alle aziende. L’intesa è arrivata dopo trattative tenute fino all’altro ieri segretissime, portate avanti mentre le stesse imprese fingevano di partecipare a un tavolo, voluto dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, con Cgil, Cisl, Uil e Rider X i diritti.
Matrimonio di convenienza, dunque, celebrato infatti di nascosto. Così le multinazionali del food delivery aggirano in un colpo leggi e sentenze grazie alla condiscendenza di un sindacato disposto ad accettare le condizioni super-precarie imposte dai big di settore: rider non assunti come dipendenti ma inquadrati come “partite Iva”, retribuiti a consegna e senza salari orari, sprovvisti di protezioni per malattia. Contro questa impostazione sono nate, quattro anni fa, Rider Union Bologna e Deliverance Milano, e poi si sono accodati i sindacati tradizionali. A novembre 2019, il governo Conte bis ha stabilito per legge il diritto a un contratto collettivo per i fattorini, da sottoscrivere entro novembre 2020. A gennaio 2020, la Cassazione ha confermato che ai rider spettano le tutele da dipendenti, come lo stipendio orario della logistica. Le piattaforme sono corse ai ripari. A giugno l’anar, che – pur essendo nata a settembre 2019 dopo alcune riunioni nelle sedi di Glovo – tiene a dire di “non essere un sindacato di comodo”, ha stretto un’alleanza con l’ugl, un sindacato strutturato per portare avanti la sua battaglia per l’autonomia dei rider e i pagamenti a consegna. Per evitare il contratto farsa, Nunzia Catalfo ha convocato a fine luglio un tavolo ministeriale, senza l’ugl. Ma, come detto, la partecipazione dell’assodelivery a quella riunione è stata un’astuta recita: mentre aspettava la nuova convocazione, attesa per fine settembre, ha incontrato l’ugl e firmato il contratto così come volevano le aziende. Il testo scolpisce nella pietra la regola dei compensi in base alle consegne, aggiungendo che un’ora di lavoro effettivo non può essere retribuita con meno di 10 euro lordi. Attenzione: un’ora effettiva significa 60 minuti passati a consegnare, non un’ora di semplice disponibilità. Rider X i Diritti ha subito definito l’accordo “pirata”. “Cgil, Cisl e Uil – scrivono – intendono intraprendere tutte le azioni possibili per contrastare l’applicazione di questo contratto”. La guerra contro questo delitto perfetto è iniziata.