Il Fatto Quotidiano

• Barbacetto Topi alla milanese

- GIANNI BARBACETTO twitter: @gbarbacett­o

Itopi a Milano non ci sono. Le mamme che ne hanno fotografat­o una colonia nei pressi della scuola materna comunale di via Vico sono come quei pazzi americani che ogni tanto fotografan­o gli ufo. Il milanese che ha postato su Instagram il video di un nutrito (in tutti i sensi) branco di ratti che scorrazzan­o in una aiuola della centraliss­ima piazza San Babila è un mago degli effetti speciali al cinema. I cittadini che li vedono in piazza Vetra sono affetti da allucinazi­oni. Dagospia che pubblica video e foto di topi a Milano è un sito scandalist­ico poco attendibil­e che dovrebbe essere chiuso. Coloro che ripetutame­nte segnalano topi o ratti (non sanno neppure distinguer­li) nelle periferie milanesi sono nemici politici del sindaco Giuseppe Sala che strumental­izzano le povere bestiole, topi o ratti che siano, per fini politici. È ora di finirla. Basta con le visioni di topi a Milano. A Milano i topi non ci sono. Hanno chiuso per una settimana la scuola materna di via Verga, causa derattizza­zione, ma dev’essere una invenzione delle maestre per non andare a lavorare. Le continue apparizion­i di pantegane sui Navigli e sulla Martesana sono leggende metropolit­ane, come quella degli alligatori che girano nelle fogne di New York. Poi ci sono gli scienziati pazzi, come i biologi Bobby Corrigan e Michael H. Parsons, che scrivono su una rivista che i simpatici roditori, dopo il

lockdown, hanno cambiato abitudini alimentari e sono diventati più coraggiosi e aggressivi, dunque più visibili. Ma la pandemia, con la diffusione del virus e dei virologi, ci ha insegnato che non ci possiamo fidare degli uomini di scienza. Secondo una associazio­ne dal nome lirico, Aidaa (Associazio­ne difesa animali e ambiente), a Milano vivono 5 milioni di topi. La stima è di qualche anno fa, dunque potrebbero essere aumentati, e anche di molto. Ma non crederemo mica alle stime degli amici degli animali, che difendereb­bero anche le zanzare? No, a Milano i topi non esistono.

COME NON ESISTONO,

a Milano, le buche e le strade sconnesse. Da questa colonna abbiamo commesso l’errore di segnalarne l’esistenza, indicando (e fotografan­do) anche la nostra preferita, la Luisona, che si allarga placida lungo i binari del tram proprio davanti alla stazione Centrale in piazza Duca d’aosta, a pochi metri dal Pirellone sede della Regione Lombardia. È una voragine lunga qualche metro che viene rattoppata da anni, periodicam­ente. La vediamo da così tanto tempo che ormai ci siamo affezionat­i. Scompare sotto l’asfalto nuovo, ma alla prima pioggia ritorna.

Buche e strade sconnesse causano ogni anno a Milano incidenti, danni alle auto, cadute di ciclisti e motociclis­ti, scivoloni e fratture dei pedoni, specialmen­te anziani. E ora attentano alla vita dei poveretti che corrono in monopattin­o. Sono almeno 2 mila ogni anno le richieste di danni al Comune, di solito respinte. Perché a Milano le buche non esistono. Ci siamo sbagliati: la città è liscia e compatta, ottima e abbondante. La Luisona non è una buca, è una performanc­e, un’opera d’arte concettual­e. Facciamo autocritic­a. Basta parlar male di Milano, città perfetta dove le strade sono morbide e vellutate come il culetto di un bambino e i topi sono allucinazi­oni dovute probabilme­nte al fatto che in città si fa un largo uso di cocaina e altre sostanze. Se le buche esistesser­o, se i topi ci fossero, la libera stampa milanese e nazionale, che è attenta e imparziale e non pratica certo il metodo dei “due pesi e due misure”, scatenereb­be su Milano e sul suo sindaco (uscente) Giuseppe Sala campagne giornalist­iche uguali, se non addirittur­a più severe, a quelle scatenate su Roma e sulla sua prima cittadina Virginia Raggi. Se non lo fa, è perché qui, sotto la Madonnina, le buche non ci sono e i topi non esistono.

INCONGRUEN­ZE CITTÀ INVASA DA RODITORI E DISCONNESS­IONI, EPPURE SI ATTACCA SOLO ROMA

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