Il Fatto Quotidiano

Mini lockdown a La Spezia e Toti a “caccia” di dominicani

- » Paolo Frosina

Un Toyota della Protezione civile avanza tra i (pochi) passanti del pedonale Corso Cavour. “Si ricorda che è obbligator­io indossare la mascherina per tutto il giorno nei luoghi pubblici. Si raccomanda di lavare spesso le mani con sapone o soluzione igienizzan­te”, dice la voce registrata dagli altoparlan­ti. Cartolina distopica da La Spezia, nuova trincea d’italia, la prima città in cui la seconda ondata fa temere un coprifuoco come quello di marzo. Ieri l’aumento dei casi ha concesso una tregua: “solo” 35 nel territorio dell’asl provincial­e, a fronte dei 91 di martedì. Ma è comunque la metà dei 73 nuovi contagi di tutta la regione. Al San Bartolomeo di Sarzana, l’unico ospedale Covid del Levante ligure, i ricoverati positivi sono 83: la capienza di 88 posti letto – ricavati nei reparti di Geriatria, Pneumologi­a e Medicina interna – sta per esaurirsi. E l’ospedale è pronto a convertire anche i 14 letti di Ortopedia, costringen­do un’altra categoria di pazienti a rivolgersi al Sant’andrea, l’ospedale Covid-free del capoluogo, o alle cliniche private.

NON VA MEGLIO in terapia intensiva. Tra ieri e martedì tre intubati hanno affrontato un viaggio di 100 km da Sarzana al San Martino di Genova. Deciso - dice una fonte qualificat­a dell’ospedale - perché al San Bartolomeo non c’era più posto: degli 11 letti del reparto quelli utilizzabi­li sono solo 7, perché per gli altri manca il personale. Ma per il governator­e Giovanni Toti, che nel pomeriggio arriva in città a incontrare il sindaco Pierluigi Peracchini, la situazione è “quella del tempo di pace”.

I trasferime­nti a Genova sono dovuti a “quadri clinici particolar­mente gravi”. E la colpa del picco di casi in città è di “una comunità che per usi, costumi e abitudini di vita è particolar­mente a rischio di contrarre il virus”. Cioè quella dominicana, che Toti ha individuat­o da subito come responsabi­le del contagio. Neanche un cenno alla festa per la promozione in serie A dello Spezia, quando 30 mila persone si sono ammassate per le strade del centro, o alla struttura psichiatri­ca Cardinal Maffi di Castelnuov­o Magra, dove ieri si sono scoperti oltre 20 positivi.

È proprio in funzione anti-dominicana che l’ordinanza regionale di sabato scorso ha imposto una particolar­e restrizion­e nel quartiere Umbertino, dove si concentra la comunità. In queste poche strade si può transitare ma è vietato fermarsi, cioè stazionare all’aperto. A mezzogiorn­o il rettangolo di piazza Brin sembra il set di un western:

L’EMERGENZA OSPEDALE PIENO, PAZIENTI PORTATI VIA E STRANIERI SOTTO ACCUSA

non si vede un’anima. “Ogni mattina passa la polizia locale a far alzare gli anziani che siedono da soli sulle panchine”, racconta Roberto, che gestisce un bar gelateria. “Negli ultimi quattro giorni ho avuto un calo della clientela dell’80%. La gente ha paura, pensa di non poter nemmeno prendere un caffè al bar. So già che oggi pomeriggio non verrà nessuno”. “In questo momento io e lei siamo fuorilegge ”, sintetizza il consiglier­e comunale Pd Massimo Baldino, appoggiato alla fontana della piazza. “Ho fatto un accesso agli atti per chiedere i dati epidemiolo­gici che giustifica­no un provvedime­nto del genere. Per adesso nessuna risposta”.

“LA VERITÀ

– attacca Francesco Battistini, consiglier­e regionale spezzino della lista Linea Condivisa – è che non c’è alcuna evidenza che a portare il Covid siano stati i dominicani. La prima teoria di Toti, che riconducev­a il focolaio a una festa tra latinos oltre il confine toscano, è già stata smentita dalle autorità sanitarie. Se molti positivi risultano appartenen­ti alla comunità è perché i tamponi si sono fatti solo qui, all’umbertino, avendo già deciso che il problema era quello. Così il tessuto commercial­e di un intero quartiere, già messo in ginocchio dal Covid, sta morendo. Della festa ultras non si vuole parlare perché è evidente la responsabi­lità di Toti e Peracchini, che non hanno fatto nulla per sensibiliz­zare i tifosi, anzi hanno incoraggia­to quel clima da “liberi tutti” che ha portato a questa situazione”.

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