Contro la nomina di Cantone ricorre anche il pm Paci
Fioccano ricorsi al Csm non solo contro la nomina del procuratore di Roma, Michele Prestipino, ma anche per quella del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone. Al Tar del Lazio è stato depositato il secondo ricorso per Perugia, la procura che ha accusato l’ex pm di Roma Luca Palamara di corruzione. È l’ufficio che ha la competenza sui magistrati della Capitale. Ha presentato ricorso Gaetano Paci, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, ex magistrato antimafia di Palermo, neppure preso in considerazione dalla competente Quinta commissione del Csm. Prima di Paci, aveva fatto ricorso il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, che ha perso in plenum contro Cantone, a giugno. Quella di Paci, si legge nel ricorso che Il Fatto ha potuto leggere, è una esclusione “illogica” e “contraddittoria”, in “violazione” della normativa. La stessa commissione, infatti, elogia il profilo professionale di Paci, dice che è “prevalente” rispetto a Cantone per esperienze organizzative esercitate in ambito giudiziario (connesse alle funzioni semi-direttive a Reggio Calabria e lì stesso pure direttive, come ex reggente della procura). Inoltre, anche per la Quinta, Paci è prevalente per le funzioni giudiziarie di coordinamento: per essere stato a capo della Dda di Palermo e poi di Reggio Calabria mentre Cantone non ha mai esercitato questa funzione nei suoi 15 anni da pubblico ministero, cioé fino al 2005, quando è andato al Massimario della Cassazione. Ma per il Csm, Cantone, votato a maggioranza, è davanti a Paci, da 28 anni ininterrotti pubblico ministero, con ruoli di coordinamento pure internazionali. Perché? E qui il ricorso esce dal tecnicismo e va alla sostanza: “Le ragioni addotte dalla C o mm i s s i on e ” per preferire Cantone “si fondano sul servizio prestato dal vincitore quale presidente di un organo di nomina politica, l’autorità Nazionale Anti Corruzione”. Cantone fu nominato presidente dell’anac dal governo Renzi.