Il Fatto Quotidiano

“Impresenta­bili” nelle liste: De Luca batte pure Caldoro

ANTIMAFIA Morra rende note le liste Candidati da evitare

- » Ilaria Proietti

Bollino nero della Commission­e parlamenta­re per cinque candidati del presidente della Campania e quattro del suo avversario, Caldoro. Ma non scherza nemmeno il pugliese Emiliano che ne ha due

Cinque anni fa vennero giù fulmini e saette perché Vincenzo De Luca, anche allora aspirante presidente di Regione bollato dall’antimafia Rosy Bindi con il marchio di infamia dell’impresenta­bile, gliela giurò a morte suscitando la rivolta al Nazareno contro di lui che aveva osato definirla, tra le altre cose, “infame”.

Dopo un lustro sarà ben felice di essere tornato puro come un giglio o quasi, come ha certificat­o l’attuale presidente pentastell­ato della commission­e di Palazzo San Macuto, Nicola Morra, che però mette le mani avanti: “Se De Luca vorrà fare altri video come quello sarcastico e irrispetto­so che riservò a chi mi ha preceduto è libero di farlo. La Bindi fece solo il suo lavoro”. Perché allora De Luca aveva ancora sul groppone alcune accuse da cui – precisa Morra – “è stato assolto dopo 18 anni nel 2016”.

OGGI PERÒ,

nonostante tutto, si è preso in carico ben cinque candidati che sono ben felici di appoggiarn­e la candidatur­a e di portagli voti concorrend­o alle elezioni nonostante il bollino nero della commission­e Antimafia: a partire da

Carlo Iannace nei guai da tempo per aver falsificat­o alcune cartelle cliniche con cui venivano spacciati interventi estetici al seno per operazioni ordinarie. Un’accusa odiosa che gli è valsa in primo grado una condanna a sei anni per peculato, truffa e falso a cui è già seguita una sospension­e dal consiglio regionale e poi il reintegro oltre che una lunga battaglia legale per mantenere il seggio arrivata fino alla Consulta. Come lui ha già provato l’ebbrezza della legge Severino (che fa decadere solo i condannati in via definitiva, mentre negli altri gradi di giudizio impone uno stop al mandato per 18 mesi) anche Augusto Rollandin in Valle d’aosta: nel 2018 è stato sospeso dalla carica di consiglier­e regionale e addirittur­a di vicepresid­ente della Giunta dopo che gli sono stati inflitti quattro anni e sei mesi (più l’interdizio­ne dai pubblici uffici per 5 anni) per il reato di corruzione. Ma la cosa non deve averlo scoraggiat­o e infatti ci riprova e conta di essere rieletto pure se rischia di dover stare un po’ in panchina.

Al setaccio della Commission­e Antimafia sono invece risultate “pulite” le liste in Toscana, Liguria, Veneto e Marche. Campania e pure Puglia non passano invece l’esame. Oltre a Iannace altri quattro candidati che appoggiano De Luca hanno un conto aperto con la giustizia, anche se ad oggi “solo” rinviati a giudizio e con dibattimen­to in corso: Sabino Basso (riciclaggi­o), Aureliano Iovi-

ne (plurimi reati tra cui associazio­ne a delinquere a stampo mafioso), Michele L angella ( riciclag gio), Francesco Plaitano ( estorsione). Di impresenta­bili ne ha pure Caldoro: Orsola De Stefano, Maria Grazia Di Scala e Francesco Silvestro, tutti imputati per concussion­e più Monica Paolino a cui è stato contestato il reato si scambio elettorale politico mafioso. Insomma 9 su 13 impresenta­bili segnalati in totale dalla Commission­e Antimafia allignano in questa regione con buona pace del codice di autoregola­mentazione che avrebbe dovuto sconsiglia­re i partiti di farli correre alle elezioni.

COSÌ COME IN PUGLIADOVE facendo le pulci alle liste dei candidati si è scoperto che Silvana Albaniè imputata dei reati di falsa perizia, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e corruzione in atti giudiziari, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazio­ni mafiose, mentre Vincenzo G elardi deve rispondere per il trasferime­nto fraudolent­o di valori aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazio­ni mafiose: entrambi appoggiano Michele Emiliano. Che ieri dopo la rivelazion­e dell’antimafia ha battuto un colpo: “Devono immediatam­ente sospendere qualsiasi attività di campagna elettorale”. Quelli di ritirarsi però non ci pensano proprio. Come il terzo impresenta­bile pugliese Raffaele Guido de ll a Fiamma Tricolore che appoggia il candidato presidente Franco Piero Antonio Bruni: è imputato tra l’altro di tentata violenza privata, lesioni aggravate e minaccia, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazio­ni mafiose.

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FOTO ANSA Derby del Sud Michele Emiliano e Vincenzo De Luca cercano il bis in Puglia e Campania
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