Processi e arresti, Riprende fiato la protesta No Tav
Come prevedibile, gli agenti della Digos si presentano prima che sorga il sole. È ancora buio quando Dana Lauriola, 38 anni, storica militante del movimento No Tav, anima del centro sociale Askatasuna di Torino e da qualche anno paesana di Bussoleno, viene arrestata. Esce di casa con un maglione e gli occhiali, i capelli legati. Molti No Tav, dopo aver vegliato sotto casa sua per giorni, la aspettano per l’ultimo abbraccio: “L' affetto che mi state dimostrando riempie il cuore. Se stiamo insieme non ci sconfiggeranno mai".
È l’ultimo messaggio che l’attivista aveva lasciato su Facebook. Lauriola è stata trasferita al carcere delle Vallette di Torino. Dovrà scontare due anni per aver partecipato a una protesta nel 2012: aveva, con altri No Tav, bloccato il casello di Avigliana. I legali avevano chiesto misure alternative alla galera. Il Tribunale di Sorveglianza le ha negate. E così ieri mattina è scattato l’arresto. La notizia ha suscitato manifestazioni in varie parti d’italia. A Torino un presidio si è formato davanti al Palagiustizia, dove alle 9.30 è iniziato il maxi processo d’appello bis per gli scontri dell’estate del 2011. Oltre trenta No Tav sono imputati (l’inchiesta era della Digos) per essersi opposti allo sgombero della cosiddetta “Libera Repubblica della Maddalena” (27 giugno 2011) e per aver partecipato agli scontri contro le forze dell’ordine al cantiere di Chiomonte, il 3 luglio dello stesso anno. I tafferugli durarono nove ore, tra bombe carta, pietroni, lacrimogeni e fumo irrespirabile. “La lotta No Tav continua, in solidarietà a Dana Lauriola”, ha dichiarato ieri in aula, a nome anche di altri imputati, Giorgio Rossetto, storico leader di Asakatasuna. Ieri è scattato l’arresto (ai domiciliari) anche per Stefano Milanesi. I carabinieri sono venuti a prendere l’ex terrorista di Prima Linea per una condanna a cinque mesi per resistenza. Nel 2015 aveva partecipato a una protesta al cantiere della Torino-lione.