La giovane Clara, giornalista-detective nella Cagliari noir d’inizio Novecento
Cagliari all’inizio del Novecento. Clara Simon è giovane e benestante. Il suo sogno è diventare la prima donna giornalista dell’unione, che in Sardegna è l’istituzione che conta più di tutte le altre. Per la serie: se un fatto non finisce sul quotidiano allora vuol dire che non è accaduto. Il nonno Ottavio manda navi in giro per il mondo e controlla i suoi commerci da un palazzo che dà sul porto. Clara è di mamma cinese e i suoi lineamenti le impediscono di essere accettata dalle nobildonne autoctone. In ogni caso, il suo carattere sanguigno e battagliero la porta a sposare la causa socialista, in difesa degli operai. Verità e giustizia per tutti gli sfruttati. Ecco perché vuole fare la giornalista. Ma durante scioperi e manifestazioni, il potere locale l’ha punita e così è costretta a fare la correttrice di bozze all’unione.
IN REALTÀ finisce per riscrivere gli articoli del suo amico Ugo Fassberger e i due insieme affrontano il nuovo macabro caso che scuote la città. La morte misteriosa di vari piciocus de crobi ossia i bambini poverissimi che fanno i facchini al mercato. Bimbi abbandonati e che dormono contendendo gli spazi ai topi. Alcuni di loro vengono rinvenuti cadaveri a mare. Affogati. “Quel piccolo articolo aveva toccato le coscienze dei cagliaritani, o perlomeno chi ne aveva una. Aveva ricordato che, ai margini del rinomato mercato (...), campava di stenti e moriva in silenzio un’infanzia derubricata a bestia da soma per piccole faccende domestiche”. Clara indaga con Fassberger e l’affascinante tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito. Si muovono in una città accogliente e classista allo stesso tempo. I delitti della salina è la prima inchiesta di Clara Simon, scritta dal bravo Francesco Abate. La sua è una Cagliari noir d’inizio Novecento, in cui ci si perde tra vicoli puzzolenti e case chiuse.