Il Fatto Quotidiano

Serrande giù e poi subito su: i locali hanno il “trucco”

- SARAH BUONO

Dpcm o no, a Bologna e Catanzaro hanno trovato l’escamotage giusto. Almavit Bar di fronte alla stazione bolognese, e al Plaza Café del lido catanzares­e i rispettivi proprietar­i non si sono arresi alle nuove regole e studiando a fondo il nuovo decreto sono riusciti a scovare un angolo cieco. In che modo? “Chiuderemo alle 24 e riapriremo all’1” spiegano i cartelli all’entrata del bar a Bologna. Uno scherzo? No assolutame­nte. Nell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio, infatti, c’è scritto chiarament­e che le attività di ristorazio­ne sono permesse fino a mezzanotte mentre la consegna a domicilio e da asporto è “consentita sempre”. E così, rispettand­o le regole e provando a far quadrare i conti nonostante il difficile momento, ecco la soluzione: chiudere alle 12 come bar per riaprire dopo un’ora ma vendendo panini take away. Qui movida non ce n’è, questo bar esiste da più di trent ’ anni e ha sempre servito pendolari e viaggiator­i che dopo una certa ora in stazione non trovano più nulla di commestibi­le. Ancora più spavaldo il titolare del Plaza a Catanzaro Lido, Aldo Manoiero, che chiude a mezzanotte e riapre dopo quindici minuti. In piena legalità. “Il decreto non dice quando si può riaprire – sottolinea il gestore – noi non abbiamo problemi di distanziam­ento sociale, qui non si balla, quello che mi interessa è continuare a lavorare”. E così, dopo l’entrata in vigore del provvedime­nto, questo bar-cornetteri­a con sala slot ha chiuso regolarmen­te alle 24 ma solo per 15 minuti. L’apertura non è sfuggita alla polizia che ha subito fatto un controllo la sera stessa dell’entrata in vigore del Dpcm, ma senza alcuna sanzione. “Il controllo lungo e accurato si è chiuso con la polizia che ha soltanto preso la mia dichiarazi­one”, ha detto l’imprendito­re.

IL BACO IL DPCM NON LIMITA L’ORARIO DI APERTURA

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