“L’epidemia corre, ma stiamo reggendo con misure coerenti”
Massimo Antonelli Comitato tecnico scientifico
“Come si può non riconoscere lo sforzo che si sta facendo come Stato e come sistema sanitario per contenere la pandemia in Italia?”. Massimo Antonelli è il direttore dell’unità di Anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma e ieri quando ci parla sta raggiungendo il vertice del Comitato tecnico-scientifico costituito dal governo Conte per gestire l’emergenza coronavirus. “Tra negazionismi e isteria, ci sono scienziati che stanno da tempo seguendo la stessa strada con coerenza”.
Professore, secondo lei si sta facendo il possibile? Il sistema sanitario è preparato nel reggere l’urto di questa seconda ondata?
Per quanto possiamo essere preparati se il coronavirus Sarscov2 continua a circolare così il sistema va in sofferenza e alla lunga puoi non farcela. Faccio un esempio molto semplice: se ho nei Pronto soccorso in attesa 30 persone al giorno la preparazione può contare poco.
Quindi non si è fatto abbastanza?
Qualcuno sostiene che si sarebbe potuto fare di più, ma cose concrete ne conto tante: l’acquisizione di ventilatori, l’aumento dei posti letto, i Covid hospital, abbiamo in programma l’aumento degli specializzandi e adesso anche nuove assunzioni di medici e infermieri.
Certo si tratta di personale che sul campo si può formare per ciò che riguarda l’essenziale, però è un qualcosa in più e di importante. Tutto questo è sufficiente? Forse no. Si poteva fare di più mi chiede? Senz’altro, si può sempre fare di più. Ma non dimentichiamo neppure che veniamo da anni in cui la sanità è stata continuamente impoverita e decurtata: il sistema sanitario non ha dovuto solo reagire alla pandemia ma anche fare i conti con questo aspetto, per nulla secondario, e recuperare terreno.
Da una parte in questi mesi abbiamo avuto negazionismi di ogni tipo, dall’altra lei vede anche dell’isteria?
Vedo il timore e la paura, le persone stanche di una situazione che si sta dilungando ormai da troppo tempo. Abbiamo anche una questione economica grossa come una casa che ogni volta si deve andare a prendere delle decisioni rispetto a misure di contenimento della pandemia non può non essere tenuta in considerazione. Questi elementi spiegano i due estremi.
Isteria e negazionismo non si colgono solo tra i cittadini e nella politica, ma nella stessa comunità scientifica, non trova?
Faccio parte di un gruppo, quello del Comitato tecnico-scientifico che con grande competenza sta andando da mesi nella stessa direzione, sia a livello di lavoro sia a livello di dichiarazioni pubbliche. Senza sminuire e senza allarmare oltre il dovuto. Ma richiedendo responsabilità e informando. Poi ci sono i singoli individui, anche nella comunità medica e scientifica, che magari sviliscono le misure prese dal governo e dalle amministrazioni locali, prese con coerenza, giudizio e supporto scientifico. Però registro che molti pronti in precedenza a criminalizzare chi deve prendere le decisioni adesso stanno cambiando orientamento. E quindi c’è il filone delle personalità che su basi solide e scientifiche hanno aiutato, anche fuori dal Cts, a prendere le giuste decisioni. Compreso il professor Andrea Crisanti, che sul tracciamento dei positivi ha avuto un ruolo fondamentale per il Veneto prima e come stimolo a fare di più e meglio a livello nazionale dopo.
Che altro pensa si possa fare adesso?
La filosofia corretta è quella di sospendere il superfluo, magari con un temporaneo restringimento della circolazione serale e notturna, declinando gli orari di apertura dei locali. Perché è d’obbligo tutelare necessità come il lavoro e la scuola.
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Non servono né l’isteria né tantomeno il negazionismo Occorre responsabilità