Oggi il 45% dei poveri sono “nuovi”, creati dalla pandemia
Ipoveri in Italia in questo momento sono al 45% “nuovi poveri”, cioè persone impoverite dalla crisi innescata dalla pandemia e dal successivo lockdown. È la fotografia scattata dalla Caritas nel suo Rapporto Povertà sulla base delle sue stesse attività di supporto e di cura. L’identikit di questo nuovo esercito che bussa alla porta dell’associazione cattolica è un prontuario del nuovo disagio sociale: donne, famiglie con figli piccoli, italiani, persone che hanno un tetto sotto il quale dormire ma spesso non più un lavoro che gli consenta di arrivare alla fine del mese, persone che mai nella vita avevano avuto bisogno di un pacco alimentare o dei soldi per pagare una bolletta. Tra di loro anche piccoli commercianti e lavoratori autonomi che in passato non avevano mai pensato di dover vivere di beneficenza: la Caritas oggi ne aiuta oltre 2mila e non sono che la punta dell’iceberg (dai dati Istat nella prima metà dell’anno sono spariti 219 mila lavoratori “indipendenti” rispetto allo stesso periodo del 2019). Papa Francesco ha accompagno la presentazione del rapporto - nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, alla coesione e alla solidarietà – con un tweet: “Abbiamo bisogno di far crescere la consapevolezza che oggi o ci salviamo tutti o nessuno si salva: la povertà, il degrado, le sofferenze di una zona della terra sono terreno di coltura di problemi che alla fine toccheranno tutto il pianeta”. Tornando ai numeri, nelle sedi della Caritas aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza ( 52% rispetto al 47,9% dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa. Tra aprile e giugno le Caritas diocesane hanno assistito 450mila persone, registrando “un forte incremento” rispetto all’anno precedente. Tra i beneficiari prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare fermo a causa della pandemia e i lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga e i lavoratori precari o intermittenti.
I NUMERI ITALIANI IL 52%, MOLTE LE FAMIGLIE NUMEROSE