Ddl omofobia I cattolici moderati con la destra In piazza anche “la demonizzazione del maschio”
Non c’erano solo clericali di destra o “cattolici oltranzisti”, come li ha definiti il manifesto, nella piazza romana di sabato scorso per manifestare contro il ddl Zan anti-omofobia.
Restiamo liberi: questo il titolo dell’ iniziativa organizzata dal comitato “Difendiamo i nostri figli” di Massimo Gandolfini, già leader del Family Day. Più di mille persone, secondo Avvenire , hanno protestato in rappresentanza di oltre cinquanta associazioni. Tra queste, appunto, non solo gruppi di clericali fascioleghisti e tradizionalisti anti-bergogliani. Ma anche delegazioni di cattolici moderati dell’ucid, imprenditori e dirigenti con a capo l’ex ministro Gian Luca Galletti; dell’osservatorio parlamentare “Vera Lex”, che nel direttivo vede Giorgio Merlo, ex della Margherita oggi in Articolo Uno; di magistrati e avvocati di “Avvocatura in missione” e del Centro studi intitolato a Rosario Livatino. Con loro, infine, parlamentari di Forza Italia, Udc, Fratelli d’italia e Lega.
E a unire queste due anime cattoliche sono state le parole del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, arrivate alla vigilia della piazza in un’intervista alla Stampa. Per l’arcivescovo di Perugia, con il ddl Zan “si creerebbe un pericoloso ribaltamento della democrazia”. Ormai, al netto dei contenuti del disegno di legge, l’indurimento delle pene per gli omofobi si è trasformato in una guerriglia ideologica sulla teoria gender che molti cattolici assimilano all’anticristo. Le dichiarazioni di Bassetti sono state sventolate da alcuni oratori in piazza, anche perché negli ultimi mesi la Cei è stata sovente accusata di ambiguità sulla portata giuridica e sociale del ddl Zan. Ambiguità frutto, per la destra clericale, della linea morbida se non gay friendly di papa Francesco.
OVVIAMENTE la presenza dei moderati non ha smussato i toni della frangia più battagliera della piazza di Restiamo liberi. Nel resoconto fatto dal sito La Nuova Bussola Quotidiana viene riferito questo passaggio di un’esponente di Pro Vita & Famiglia, Maria Rachele Ruiu: “Vorrebbero insegnare ai ragazzi che l’uomo, in quanto maschio, è violento e che i nostri padri, come ha detto qualcuno, sono dei pezzi di merda”. Insomma, la “distruzione della famiglia” passa per “la demonizzazione del maschio”. Qui s’innestano i timori del fronte clericale: che il ddl Zan apra la strada alla teoria gender nei programmi scolastici. In ogni caso, la folla ha salutato con entusiasmo il rinvio dell’approvazione del testo, previsto per domani alla Camera.
Il nuovo allarme Covid, con vari deputati contagiati, ha infatti imposto uno slittamento dei lavori. Notizia che, al contrario, è stata accolta male dal fronte Lgbtq che, sempre sabato, ha tenuto eventi e flash mob in sessanta città. A sostegno di gay, lesbiche e trans si è subito pronunciato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti che ha promesso: “Faremo di tutto per approvarla”. Tra i democratici, durante l’estate, il testo del loro collega Alessandro Zan, non ha provocato divisioni tra credenti e non, bensì ha registrato un dissenso femminista, che teme che l’identità di genere finisca per annullare quella di sesso.