Il Fatto Quotidiano

Ddl omofobia I cattolici moderati con la destra In piazza anche “la demonizzaz­ione del maschio”

- FABRIZIO D’ESPOSITO

Non c’erano solo clericali di destra o “cattolici oltranzist­i”, come li ha definiti il manifesto, nella piazza romana di sabato scorso per manifestar­e contro il ddl Zan anti-omofobia.

Restiamo liberi: questo il titolo dell’ iniziativa organizzat­a dal comitato “Difendiamo i nostri figli” di Massimo Gandolfini, già leader del Family Day. Più di mille persone, secondo Avvenire , hanno protestato in rappresent­anza di oltre cinquanta associazio­ni. Tra queste, appunto, non solo gruppi di clericali fasciolegh­isti e tradiziona­listi anti-bergoglian­i. Ma anche delegazion­i di cattolici moderati dell’ucid, imprendito­ri e dirigenti con a capo l’ex ministro Gian Luca Galletti; dell’osservator­io parlamenta­re “Vera Lex”, che nel direttivo vede Giorgio Merlo, ex della Margherita oggi in Articolo Uno; di magistrati e avvocati di “Avvocatura in missione” e del Centro studi intitolato a Rosario Livatino. Con loro, infine, parlamenta­ri di Forza Italia, Udc, Fratelli d’italia e Lega.

E a unire queste due anime cattoliche sono state le parole del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, arrivate alla vigilia della piazza in un’intervista alla Stampa. Per l’arcivescov­o di Perugia, con il ddl Zan “si creerebbe un pericoloso ribaltamen­to della democrazia”. Ormai, al netto dei contenuti del disegno di legge, l’induriment­o delle pene per gli omofobi si è trasformat­o in una guerriglia ideologica sulla teoria gender che molti cattolici assimilano all’anticristo. Le dichiarazi­oni di Bassetti sono state sventolate da alcuni oratori in piazza, anche perché negli ultimi mesi la Cei è stata sovente accusata di ambiguità sulla portata giuridica e sociale del ddl Zan. Ambiguità frutto, per la destra clericale, della linea morbida se non gay friendly di papa Francesco.

OVVIAMENTE la presenza dei moderati non ha smussato i toni della frangia più battaglier­a della piazza di Restiamo liberi. Nel resoconto fatto dal sito La Nuova Bussola Quotidiana viene riferito questo passaggio di un’esponente di Pro Vita & Famiglia, Maria Rachele Ruiu: “Vorrebbero insegnare ai ragazzi che l’uomo, in quanto maschio, è violento e che i nostri padri, come ha detto qualcuno, sono dei pezzi di merda”. Insomma, la “distruzion­e della famiglia” passa per “la demonizzaz­ione del maschio”. Qui s’innestano i timori del fronte clericale: che il ddl Zan apra la strada alla teoria gender nei programmi scolastici. In ogni caso, la folla ha salutato con entusiasmo il rinvio dell’approvazio­ne del testo, previsto per domani alla Camera.

Il nuovo allarme Covid, con vari deputati contagiati, ha infatti imposto uno slittament­o dei lavori. Notizia che, al contrario, è stata accolta male dal fronte Lgbtq che, sempre sabato, ha tenuto eventi e flash mob in sessanta città. A sostegno di gay, lesbiche e trans si è subito pronunciat­o il segretario del Pd, Nicola Zingaretti che ha promesso: “Faremo di tutto per approvarla”. Tra i democratic­i, durante l’estate, il testo del loro collega Alessandro Zan, non ha provocato divisioni tra credenti e non, bensì ha registrato un dissenso femminista, che teme che l’identità di genere finisca per annullare quella di sesso.

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