Salvini-bonaccini per riaprire. Cts: “Chiudere di più”
Il vertice con Draghi Verso il nuovo Dpcm: le novità, il Mise in Cabina di regia e un tavolo tecnico per rivedere i parametri
Nella “cabina di regia” della lotta al virus entrano anche i ministri economici, si farà un tavolo tecnico per rivedere i parametri epidemiologici e per il resto l'italia rimarrà “a colori”: restrizioni su base regionale per fasce di rischio con ulteriori chiusure a livello locale, come prevede il Dpcm di Giuseppe Conte che scade il 5 marzo. Questo è l’esito del vertice convocato da Mario Draghi ieri sera, questo dirà oggi alle Camere il ministro della Salute Roberto Speranza. Il fronte aperturista per ora va a sbattere sui numeri dell'epidemia e delle varianti. E si accontenta di rendere tempestivi i ristori per le attività colpite dalle chiusure, anche quando sono disposte dalle Regioni, possibilmente “d'intesa con” e non solo “sentito il” governo.
Alla riunione di ieri sera a Palazzo Chigi sono stati invitati anche i responsabili del Comitato tecnico scientifico: il coordinatore Agostino Miozzo, il presidente dell'istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Hanno spiegato quanto sia pericoloso aprire: perché la variante inglese corre almeno di almeno un terzo più rapidamente del ceppo ordinario e sarà dominante già a marzo, l’aumento dei contagi è inevitabile e già se ne vedono i segni negli ospedali mentre si diffondono anche la brasiliana e la sudafricana che mostrano resistenza ai vaccini. C’erano il capo del governo e i ministri Roberto Speranza (Salute), Maria Stella Gelmini ( Affari Regionali), Giancarlo Giorgetti ( Mise), Stefano Patuanelli (Agricoltura), Dario Franceschini (Cultura) e Elena Bonetti (Pari opportunità), Daniele Franco (Economia). Uno per partito, ma anche i ministri economici: il formato non è quello della capidelegazione del governo Conte. Raccontano che durante la riunione non ci sono stati dissensi sulla linea Speranza. Giorgetti non si è fatto portavoce della battaglia per la riapertura dei ristoranti la sera, bandiera di Matteo Salvini e di qualche presidente di Regione, ma ha tenuto un profilo moderato. La Bonetti si è limitata a qualche domanda sul virus: Iv ha abdicato all’aper turismo. Mentre Franceschini, fin qui alfiere del rigore, ha insistito per la riapertura di cinema e teatri, di cui discuterà oggi al Cts. Da Palazzo Chigi ci tengono a dire che c’è stata condivisione sulla linea che Speranza porterà oggi alle Camere. Poi si lavorerà al provvedimento. Tutti puntano sui vaccini, il piano migliorerà, ma intanto l’italia e l’europa incassano l’ulteriore dimezzamento delle dosi di Astrazeneca per il secondo semestre: nel nostro Paese 11 milioni di dosi in meno.
Per arrivare al risultato Draghi aveva chiamato Salvini in mattinata a Palazzo Chigi. Un incontro che per il premier si era reso necessario, viste le continue dichiarazioni del leader leghista per le riaperture. “Sul ritorno alla vita dove la situazione lo permette siamo assolutamente sulla stessa linea”, dichiara il leader del Carroccio. Che ribadisce: ristoranti anche la sera e chiusure mirate. Intanto Draghi ha chiesto a Salvini equilibrio anche nei toni.
Prima del vertice di governo si è riunito il Cts, che certamente cambierà formazione ma non si sa cosa come. E ha esaminato il nuovo modello elaborato da Stefano Merler, l’epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler che collabora con l’istituto superiore di Sanità. Ha spiegato che fino al 20/30% di maggiore trasmissibilità della variante inglese l'aumento dei contagi può essere gestibile, ma oggi, secondo i dati delle prime due indagini, siamo a un valore medio di 36/37%, sia pure con un range di incertezza molto ampio perché compreso