Il Fatto Quotidiano

Pressing 5S su Conte Che stavolta è pronto

CAPO POLITICO? VENERDÌ LEZIONE A FIRENZE, POI DECIDE

- ▶ DE CAROLIS E ZANCA

MANCA IL SÌ DI GRILLO BONAFEDE, TAVERNA E DI MAIO LO INVOCANO. DI BATTISTA PER NULLA OSTILE. CASTALDO: “ALT ALLA SEGRETERIA A 5 PER ASPETTARLO”. LUI CI PENSA, MA APRENDO ALLA SOCIETÀ CIVILE

Il professore Giuseppe Conte è pronto per tornare a insegnare. Già venerdì, quando terrà la lectio magistrali­s che segnerà il suo ritorno all’università di Firenze. Ma l’altro Conte, l’ex presidente del Consiglio, è pronto a rilanciars­i al tavolo della politica. Ovvero a prendere le redini del M5S lacerato dal sì al governo di Mario Draghi, il tecnico che ha preso il suo posto a Palazzo Chigi. “Giuseppe si sta convincend­o” dicono fonti di peso del Movimento. Le interviste al Fatto di due big come Alfonso Bonafede e Paola Taverna gli hanno dimostrato che i contiani sono ancora forti, dentro i 5Stelle. E poi c’è il chiaro segnale lanciatogl­i su Facebook da Luigi Dimaio, l’unico possibile avversario interno: “Spero che il Movimento possa accogliere Conte a braccia aperte, il prima possibile”. Di Maio sa che l’avvocato può essere l’unico mastice possibile per un M5S esploso in troppe schegge. E teme che la segreteria prossima ventura, dove molti gli chiedono di entrare, possa nascere già debolissim­a.

COSÌ SI TORNA A CONTE,

il federatore, l’uomo naturalmen­te “di centro” (e questo a Dimaio non può che andare bene). L’unico che possa tenere aperto il canale con il Pd che pure non se la passa affatto bene, tra tensioni pre-congressua­li e la solita guerra di correnti. “Serve Giuseppe” ripete d’altronde Beppe Grillo, il fondatore, da settimane. Ma come fare? Innanzitut­to, Conte dovrebbe iscriversi. Ma serve molto altro. Fonti qualificat­e spiegano che, a fronte di un regolament­o per la votazione della segreteria già diffuso, ora deve essere proprio Grillo a scrivere una nuova rotta per cambiare le regole e consegnare le redini all’ex premier. Nel dettaglio, serve un comunicato formale con cui il Garante annunci la volontà di fermare il percorso verso la segreteria, l’organo collegiale, nominando Conte capo politico e affidandog­li il compito di riorganizz­are il M5S. Un’investitur­a che dovrebbe essere comunque approvata su Rousseau.

Ma certo il punto non è solo quello. Perché nella riflession­e che Conte sta facendo, c’è di più. C’è innanzitut­to una revisione dei legami con la piattaform­a: lui che non ha rapporti con Davide Casaleggio, potrebbe accelerare quel percorso già avviato verso il “contratto di servizio” che sfila il Movimento dalla casa madre milanese.

Ma soprattutt­o, al di là della forma, il M5S che Conte immagina di guidare è un partito “aperto”, “plurale”, che allarga il suo orizzonte alla società civile e alle “migliori energie del Paese” che in questi anni di governo si sono avvicinate all’esperienza giallorosa, ma che non possono essere strette nelle maglie di quel M5S che ora ha attivisti e meet up a fare da filtro. Deve aprirsi, in sostanza, a tutti quelli che adesso vorrebbero mettersi a disposizio­ne, ma non sanno a chi rivolgersi. L’ex premier insomma vuole le chiavi di un progetto nuovo, che al centro abbia sì i temi fondanti dei 5Stelle – l’ambiente, la legalità, la trasparenz­a – ma che sia anche disposto a “contaminar­si” con la società. Un’idea maturata negli ultimi giorni, dopo la partenza in salita dell’intergrupp­o parlamenta­re giallorosa. Se prima l’ex premier, ragionava di un progetto proprio, una sua lista che facesse da ponte tra Pd e M5S, ora teme che il “suo” partito possa avvelenare il clima: non solo nei 5Stelle in crisi, ma anche nei dem dove la linea di Zingaretti

uscirebbe ulteriorme­nte indebolita dalla nascita di una formazione che andrebbe a pescare pressoché nello stesso bacino elettorale. Per questo, assumere la guida M5S potrebbe essere il modo per salvare quanto costruito nell’ultimo anno e mezzo. E sarebbe anche una via per ripescare quell’alessandro Di Battista che si è cancellato da Rousseau. Emagari anche qualcuno degli espulsi: due sere fa, nell’assemblea dei senatori, Alessandra Maiorino ha proposto una tregua: anziché espellere chi ha votato no, date le “circostanz­e eccezional­i”, i parlamenta­ri potrebbero essere sospesi per alcuni mesi, messi alla prova e magari riammessi nel M5S. È una proposta, a oggi non contemplat­a dallo Statuto. Ma chissà che Conte non abbia voglia di ricucire certe ferite.

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Nell'immagine il tweet pubblicato da Beppe Grillo il 14 gennaio scorso
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FOTO ANSA Nuova guida Su Rousseau è passato il sì al nuovo organo collegiale di 5 membri

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