• Padellaro
I partiti hanno fame
Mario Draghi alle prese con la nomina dei sottosegretari fa venire in mente l’occhio elettronico del rover Perseverance che scruta con curiosità e apprensione un pianeta misterioso popolato da forme di vita sconosciute. Per carità, niente di nuovo sotto il sole del sottogoverno, che i professionisti della politica hanno sempre gestito con regole fisse e modi spicci. Fin da quando un papabile sui carboni ardenti, dopo estenuante anticamera cercò di arpionare Alcide De Gasperi custode della preziosa lista, con la fatale domanda: allora presidente, cosa posso dire alla mia signora? Risposta gelida: che la saluto tanto.
Per noi iene dattilografe, la delusione dei trombati è materiale prezioso, ma per quanto si sa, l’ex presidente della Bce, persona quanto mai garbata, preferisce non essere portatore di cattive notizie. Ragion per cui starebbe “semplicemente aspettando che le forze di maggioranza sciolgano i propri nodi interni” ( La Stampa). Insomma: se la vedano loro. Facile a dirsi, visto che oltre a dividere le poltrone tra i sei partiti delle larghe intese e le rispettive correnti la rappresentanza deve rispettare gli equilibri del voto di fiducia e la metà delle indicazioni devono essere di donne. Non è finita perché oltre all’equilibrio di genere occorre colmare il divario tra Nord e Sud in un governo a prevalente trazione settentrionale. Purtroppo non esiste algoritmo adatto a risolvere la complessa operazione, che rischierebbe di mandare in tilt perfino il computer che stila il tostissimo calendario del campionato di calcio. A pensarci bene, evitare di mettere le mani in ingranaggi quanto mai dentati può essere la scelta più saggia per un premier chiamato ad affrontare emergenze ben più impegnative rispetto a qualche ambizione perduta. L’intendance suivrà, l’intendenza seguirà, diceva Napoleone (ben prima di De Gaulle) quando rassicurava i generali sul fatto che, alla fine e comunque, i sottoposti avrebbero dato corso alle sue decisioni. E tuttavia chissà se in questi primi giorni a Palazzo Chigi, Supermario non sia rimasto affascinato dalle dinamiche di potere scatenate dal suo arrivo. Cosa mai penserà l’uomo che sussurra ai grandi della terra davanti alle fregole dell’onorevole Pincopallo? (non a caso la sonda marziana precedente si chiamava Curiosity).