“Niente segreteria, dobbiamo rifondarci assieme a Giuseppe”
‘‘ Dobbiamo dargli un ruolo per incidere Pronti anche a entrare nei Socialisti in Ue
Il M5S deve fermarsi per ricostruirsi, assieme a Giuseppe Conte. Per Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento europeo al secondo mandato, la rotta è questa. “Ma dobbiamo offrire a Conte un ruolo centrale con cui possa realmente incidere”.
Avete espulso decine di parlamentari, rei di aver detto no al governo Draghi, e la base è disorientata. Come si può ripartire?
La premessa è che per cause esterne al Movimento, prima tra tutte la pandemia, il nostro processo di riorganizzazione tramite gli Stati generali è durato troppo a lungo. Ma ora serve una fase per rifondarci.
A breve però dovreste votare la segreteria collegiale.
Io nutro qualche preoccupazione a questo riguardo. Vedo che sta già partendo una campagna elettorale incentrata sui nomi e non sui temi e sui programmi, e penso che tutto questo possa logorarci. Anche perché rischiamo di eleggere cinque membri l’uno diverso dall'altro per idee e approccio. Avrei preferito un meccanismo che prevedesse un comitato più largo, e la possibilità di presentarsi per squadre, fatte di nomi con un programma comune.
Quindi niente segreteria?
Rischiamo che, una volta eletto, l’organo collegiale impieghi dei mesi per entrare a regime. Ma non abbiamo tutto questo tempo. Penso che sarebbe meglio lavorare da subito a una rifondazione più radicale, incentrata su una riorganizzazione dei territori e su una maggiore apertura del M5S alla società civile. Dobbiamo cambiare la percezione attuale di uno scollamento tra il Movimento e la realtà esterna. E in quest’otti ca l’apporto di Conte sarebbe fondamentale, anche perché sulla sua figura c’è un largo consenso nel Movimento.
Cosa dovrebbe fare, in concreto?
Costruire con noi un progetto a lungo termine, anche per rilanciare l’alleanza giallorosa su temi come la transizione ecologica, la lotta alle diseguaglianze e la legalità.
Dovrebbe fare il capo politico? Quel ruolo non è più previsto, e non è detto che lui abbia voglia di ricoprirlo.
Come ho detto prima, serve un ruolo tramite cui Conte possa incidere ed esercitare la leadership. Sta innanzitutto a noi stimolarlo.
Lei ha accennato all'alleanza giallorosa, ma una parte del Pd ha già cannoneggiato l’intergruppo in Senato.
Questo mi dispiace. Un progetto che difenda l’eredità di quell’esperienza di governo, sempre partendo da Conte, sarebbe prezioso. Purtroppo anche il Pd è diviso. E invece dovremmo lavorare assieme, dai territori all’europa, dove potremmo intensificare la collaborazione e perfino convivere nello stesso gruppo.
Cioè in quello dei Socialisti. Sicuro che il Pd vi voglia?
Ho registrato grande favore verso questa ipotesi. Poi, certo, ci sono sempre frange contrarie, magari ammaliate dalle sirene renziane. Ma a questo punto bisogna scegliere una prospettiva politica. E in questo senso penso anche alle amministrative, dove si può fare asse trovando candidati comuni.
Però prima dovrete provare a resistere nel governo Draghi, che sembra nascere anche da venti contrari a Conte proprio da Bruxelles. Un’impressione rafforzata dall'intervista del commissario europeo Gentiloni a La Stampa.
Lei che ne pensa?
Posso dire che in Europa c’era preoccupazione per la lunga situazione di instabilità politica in Italia e per le sue conseguenze sull'utilizzo del Recovery Plan. Ma la crisi del governo Conte non è nata a Bruxelles. A volerla per motivi puramente tattici e di tornaconto personale è stato Renzi. Dopodiché Draghi su molti punti, dal Mes fino alla gestione della pandemia, sta ripartendo dal lavoro fatto da Conte, ed è la prova del suo apprezzamento per l’operato del precedente governo.