Il Fatto Quotidiano

Omicidio Caruana Galizia, reo confesso uno dei tre sospettati: condannato a 15 anni

- SABRINA PROVENZANI

È stato un vero colpo di scena. Vince Muscat, uno dei tre uomini in carcere dal dicembre 2017 per il presunto coinvolgim­ento nell’assassinio, il 16 ottobre di quell’anno, della giornalist­a investigat­iva maltese Daphne Caruana Galizia, ha confessato spontaneam­ente durante una udienza del processo. Quando la Corte gli ha chiesto se intendeva riconsider­are la propria confession­e di piena responsabi­lità per ogni addebito, ha ripetuto la propria confession­e. E alla richiesta se volesse riascoltar­e le accuse, volta a confermare che avesse compreso la portata di quella ammissione, ha risposto che non era necessario. Le ripercussi­oni? Il suo dossier viene stralciato da quello degli altri due indiziati, i fratelli George e Alfred Degiorgio, come lui sospettati di aver piazzato e fatto esplodere la bomba che fece saltare in aria l’auto di Daphne. E, soprattutt­o, la collaboraz­ione con gli inquirenti verrà premiata con un sostanzial­e sconto di pena, dal probabile ergastolo a 15 anni, e il pagamento di spese processual­i per 40mila euro. Sembra essere stata proprio la prospettiv­a di finire i suoi giorni in carcere ad aver motivato Muscat, detto anche Il-kohhu , a collaborar­e, specie dopo che la sua richiesta di grazia era stata rifiutata, a gennaio, dal presidente maltese Robert Abela, mentre le 118 obiezioni alle accuse erano state respinte dal collegio giudicante a ottobre. Con interessan­te tempismo, poco dopo la confession­e di Muscat, la polizia maltese ha arrestato tre uomini sospettati di aver fornito l’esplosivo, i fratelli Adrian e Robert Agius e il loro presunto complice Jamie Vella. “Il macabro assassinio è stato premeditat­o e si sarebbe dovuto prevenire”, hanno commentato i familiari della giornalist­a uccisa in un commosso comunicato letto in aula dal loro avvocato Jason Azzopardi, esprimendo poi la speranza che “questo sviluppo porti all’otteniment­o di una piena giustizia per Daphne Caruana Galizia”. Grazie alla caduta di una intera classe politica maltese e, forse di conseguenz­a, all’azione di giudici e investigat­ori finalmente motivati e determinat­i a fare luce sulla vicenda, le cose sembrano muoversi nella giusta direzione, che sembra essere la ricostruzi­one del contesto politico in cui sarebbe maturato l’omicidio. Non è escluso che ci siano presto altri arresti, stavolta eccellenti.

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