Il Fatto Quotidiano

Bitfinex, stop al trading a NY 18,5 mln di multa

- NICOLA BORZI

Si chiude con un accordo l’indagine del procurator­e generale di New York, iniziata ad aprile 2019, sulla società di criptovalu­ta Tether e sulla piattaform­a di scambio di criptovalu­te Bitfinex, entrambe controllat­e da ifinex. Secondo gli inquirenti, Tether e Bitfinex in passato hanno mentito ai clienti sulle loro finanze e quindi dovranno pagare una multa di 18,5 milioni di dollari, cessare ogni attività con i newyorches­i e presentare rapporti trimestral­i. L’indagine era partita dalla vicenda degli 850 milioni di dollari sottratti nel 2018 a Bitfinex dalla società Crypto Capital Corp., i cui vertici sono stati arrestati per riciclaggi­o. Restano le preoccupaz­ioni sulla criptovalu­ta tether, i cui token circolanti sono usati nella metà degli scambi di bitcoin e il cui valore è ufficialme­nte garantito pari al dollaro da riserve. Al 15 settembre 2017, però, Tether Ltd possedeva solo un dollaro ogni 7,25 tether in circolazio­ne. La palla passa al dipartimen­to di Giustizia Usa, che potrebbe proseguire le indagini in sede federale, mentre sul gruppo ifinex pendono alcune class action. Nelle ultime due sedute il bitcoin ha perso un quinto del suo valore, crollando dal massimo storico del 21 febbraio a 47.410 euro a quota 38.285. Il Segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha definito il bitcoin “es tremamente inefficien­te” come mezzo di scambio e “altamente speculativ­o” per la sua estrema volatilità. Anche Elon Musk, la cui società Tesla ha investito in bitcoin 1,5 miliardi di dollari, ora sostiene che “il prezzo del bitcoin è troppo alto”.

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