Il Fatto Quotidiano

L’arrosto di Salomone, la birra di pane e la zuppa babilonese: la Bibbia è servita

- » Maria Cristina Fraddosio

Le Sacre scritture come fonte storica per ricostruir­e le ricette dei popoli antichi: è questo lo spirito de La Bibbia in Tavola – 40 ricette dall’eden a Ger u sa l e m me , un ricettario originale dell’archeologa e storica culinaria Ursula Janssen. A corredo di ciascuna pietanza vi sono le immagini scattate da suo marito, il fotoreport­er iraniano Manoocher Deghati. “Non è la prima volta che mi occupo di cucina storica, in passato mi sono dedicata al cibo nell’antica Mesopotami­a”, spiega.

ESPERTA DI MEDIO ORIENTE, soprattutt­o di Siria e Iraq, l’autrice attualment­e residente nelle campagne pugliesi ha condotto una ricerca sul cibo utilizzand­o la Bibbia come documento storico. “Non è certamente un libro di ricette il testo biblico – dice –, ma parla molto di cosa mangiavano i popoli del Mediterran­eo. Il mio – tiene a precisare – è un libro di cucina e non una guida all’archeologi­a sperimenta­le”. I luoghi del testo sacro della religione ebraica e cristiana vengono ripercorsi alla luce delle pietanze in uso lungo un ampio arco temporale, che va dalla Preistoria all’antica Roma. Al centro dell’indagine condotta da Janssen non vi è solo la Terra Santa, ma una vasta area geografica che include tutti gli antichi popoli del Mediterran­eo, i babilonesi, gli egizi, i persiani, i greci e i romani.

Gli ingredient­i di base sono riconducib­ili – secondo l’autrice – ai “sette tipi” biblici, ovvero grano, orzo, uva, fichi, melograni, olive e miele. “Grazie ai ritrovamen­ti archeologi­ci e storici, possiamo dire con precisione cosa è stato coltivato, cacciato, allevato, cucinato e mangiato, dove e quando: la Bibbia stessa dà alcune indicazion­i dettagliat­e sulla cultura del cibo”.

Provare i sapori dell’antichità è ancora possibile con qualche variazione: gli ingredient­i e i processi di cottura sono stati adattati ai nostri tempi. Le ricette presentate sono disposte cronologic­amente e pensate

“per quattro persone affamate”. La scelta è ampia: parte dall’antipasto per arrivare al dolce, con la possibilit­à di sperimenta­re anche la birra degli Egizi a base di pane. Si va dalla zuppa dolce di cereali in uso tra i cacciatori-raccoglito­ri, con grano selvatico, orzo e ghiande, al dolce comune nel Nord del Medio Oriente chiamato “La festa di Noè”, fatto di noci, nocciole, mandorle, ceci, grano e cannella. Non mancano lo stufato ittita, l’arrosto di cervo di Salomone, la zuppa di porri babilonese e le ciambelle romane secondo Catone.

Il libro soddisfa non solo le curiosità storiche in merito a epoche così lontane da noi, ma anche la passione culinaria di quanti ricercano nuove idee, che questa volta provengono tutte direttamen­te dal passato. La Janssen in chiusura suggerisce anche dei possibili menu, a partire da “Adamo ed Eva” sino a “Paolo il romano”. Il risultato è una divertente commistion­e tra testo sacro, storia e cucina. A tenere tutto assieme c’è il mar Mediterran­eo con la sua storia millenaria.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy